«Anche il trash fa parte del nostro linguaggio». Popsophia, Alice Valeria Oliveri oggi alle 18 alla Mole di Ancona

«Anche il trash fa parte del nostro linguaggio». Popsophia, Alice Valeri Oliveri oggi alle 18 alla Mole di Ancona
«Anche il trash fa parte del nostro linguaggio». Popsophia, Alice Valeri Oliveri oggi alle 18 alla Mole di Ancona
di Chiara Morini
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Venerdì 22 Marzo 2024, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 12:44

Autrice e giornalista di cinema, tv, musica e attualità, Alice Valeria Oliveri sarà la prima ospite della giornata di oggi di Popsophia. Alle 18, alla Mole Vanvitelliana di Ancona, Oliveri parlerà della spettacolarizzazione della morte nella tv del trash per spiegare cosa succede quando l’intrattenimento popolare e generalista si incrocia con la morte dal Grande Fratello alle trasmissioni di Barbara D’Urso.

Alice Valeria Oliveri, come sta la televisione oggi?

«La televisione oggi sopravvive soprattutto grazie a programmi che durano da molto tempo, cominciati anche 20 o 30 anni fa, ai quali il pubblico rimane fedelmente affezionato, ma ha difficoltà a rinnovarsi. Allo stesso tempo, nonostante la moltiplicazione dell'offerta, continua ad avere una centralità del dibattito pubblico che non è ancora stata rimpiazzata dai nuovi media».

Come mai, secondo lei, si tende a spettacolarizzare ogni cosa, soprattutto se negativa o sofferenza?

«La tendenza allo spettacolo nel linguaggio mediatico ha radici antiche. Già nel 1967 Guy Debord ne parlava nel suo famoso saggio "La società dello spettacolo". Se fino a pochi anni fa era solo la televisione a indurre a questa spettacolarizzazione della realtà, oggi internet e i social hanno dato un'impennata a questa tendenza, avendo tutti a portata di mano uno strumento per testimoniare».

Può esserci spazio per altre forme di intrattenimento?

«Purtroppo temo che in questo tipo di cose bisogna intervenire prima che diventino capillari e irreversibili. Oggi mi sembra troppo tardi per frenare questa tendenza, ma si può insistere creando delle alternative: il pubblico che vuole qualcosa di diverso esiste, magari è una nicchia, ma esiste».

Cinema e televisione: dove si sta meglio?

«Credo che in entrambi i mezzi si possano trovare molta spazzatura e altrettante cose interessanti.

Il cinema italiano soffre di una serie di meccanismi stagnanti che non rendono onore al suo passato, la televisione si è ripiegata su sé stessa ripetendo sempre le stesse forme, entrambi soffrono la rivoluzione digitale».

Come si può fermare questa corsa alla spettacolarizzazione a tutti i costi?

«Non penso che si possa fare inversione di marcia dal momento che la spettacolarizzazione ci è entrata sotto pelle. La mutazione antropologica, al momento, penso sia completa. Tuttavia non credo che non si possano arginare certe tendenze: per esempio, l'uso che dello spettacolo fanno alcuni politici».

Si può tornare a un mondo senza trash?

«Così come la tendenza a spettacolarizzare, anche il trash, che a mio avviso è una categoria estetica molto vaga, è ormai parte del nostro linguaggio. Per quanto riguarda l'intrattenimento, non ci vedo niente di male, credo che il problema sia quando diventa l'unica forma di espressione».

Per lei, qual è la trasmissione peggiore e quale la migliore?

«Una bella trasmissione a mio avviso è Via dei Matti n° 0 di Stefano Bollani e Valentina Cenni su Rai 3. Per quanto riguarda quella brutta, direi tutti i talk show politici che sfociano puntualmente in risse verbali, con ospiti opinabili chiamati solo come attrazioni da circo».

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