Bolognola, famiglia in fuga dal sisma
«Cerchiamo casa in affitto a Tavullia»

La casa devastata
La casa devastata
di Gianluca Murgia
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Mercoledì 7 Dicembre 2016, 16:18
PESARO - «Io, vittima del terremoto, scelgo Tavullia per la mia famiglia». Voglia di ripartire da un campeggio fuori stagione di Marina Palmense, sulla costa fermana. Lì, con il wireless che va e viene, il collegamento a internet al cellulare da centellinare e Facebook come unico canale per parlare con il mondo, la pesarese Daniela Cecchini vive con la sua famiglia, il marito Giancarlo, allevatore, e il figlio Michele, 16 anni, disabile, iscritto al primo anni di Ipsia. Ventiquattro anni fa, per amore, aveva deciso di trasferirsi a Bolognola, provincia di Macerata, il Comune più alto e meno esteso della Marche. Una scossa, in pochi secondi, le ha devastato la casa e la vita. «Un’apocalisse, anche dell’anima. Bolognola era già stata messa a dura prova il 24 agosto, ma è stata la scossa del 30 ottobre a produrre gli effetti più devastanti - racconta -. L’80% delle case è ora inagibile, tra cui la nostra e quella dei parenti. Pensavamo di rimanere sotto le macerie... ho i brividi ogni volta che ci penso».

L’appello è forte e chiaro: «Chiediamo di poter incontrare il sindaco di Tavullia e chiediamo a tutti i tavulliesi proposte di affitto di appartamenti situati nel centro del paese. Come terremotati abbiamo il contributo di autosistemazione ma non significa poter pagare affitti esorbitanti, visto che dovremmo starci almeno per altri 4 anni». L’obiettivo è trovar casa da giugno 2017, quando Michele avrà terminato il primo anno all’Ipsia di Camerino. Poi, si chiederà il trasferimento all’istituto Benelli di Pesaro. Oggi, per andare a scuola a Camerino, con tutte le difficoltà che comporta la sua situazione, è costretto a 200 chilometri al giorno in pullman. Michele è un invalido civile portatore di handicap cognitivo, soffre molto la mancanza del padre costretto a fare su e giù, dalla costa a Bolognola, per andare a dar da mangiare al bestiame. La loro è una vita da separati senza casa.

È spuntata fuori come un fiore l’iniziativa di un bar di Bologna, l’Infinity Café, partita su Facebook: ha lanciato una due giorni in cui il ricavato di colazioni e aperitivi sarà devoluto per acquistare un camper usato che servirà a Daniela e alla sua famiglia per vivere insieme tutto il giorno. «Voglio che mio figlio riesca a terminare gli studi - ripete Daniela -. Nell’arco di 50 chilometri, a Bolognola, c’è solo un gran silenzio, il nulla e poca speranza. Avevamo una casa molto grande, su tre piani. La scossa li ha lesionati tutti con crepature, calcinacci e pietre cadute nelle stanze: vederla in quella maniera, dopo anni di sacrifici dei miei suoceri per i miei figli e mio marito, è struggente. E poi c’è una domanda: adesso cosa faremo?».  «Sono casalinga, mio marito è un ex dipendente comunale e l’altro mio figlio grande, Alessio, diplomato all’Ipsia di Camerino, vista l’impotenza del momento ha deciso di andare dal cugino in Australia. Ci vorranno anni prima che la nostra casa torni agibile. Forse bisognerà raderla al suolo e rifarla con criterio. Ma è tutto il nostro paese ad essere è lacerato». Ecco, allora, la speranza: andare a vivere a Tavullia, a due passi da Pesaro, che per tranquillità e panorama può ricordare Bolognola.
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