Superbonus, circa 300 interventi a rischio in provincia di Pesaro e Urbino. Tremano aziende e lavoratori, la bolla porterà esuberi e cassa integrazione

Superbonus, circa 300 interventi a rischio in provincia di Pesaro e Urbino
Superbonus, circa 300 interventi a rischio in provincia di Pesaro e Urbino
di Luigi Benelli
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Giovedì 21 Settembre 2023, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 15:18
PESARO Edilizia, il comparto attende gli sviluppi con il fiato in gola. Il tema del superbonus ha generato centinaia di cantieri, ma anche assunzioni. Ora tutto questo potrebbe rivelarsi una bolla e da gennaio i rischi di esuberi e cassa integrazione sono alti. Ora è corsa a chiudere i cantieri entro il 31 dicembre. Entro la fine dell’anno, infatti, dovranno essere completati i lavori perché dal primo gennaio 2024 la percentuale di detrazione scenderà al 70 per cento. E la percentuale di avanzamento dei lavori per poter accedere ai bonus mette in agitazione il comparto. In provincia di Pesaro ci sarebbero circa 300 cantieri a rischio. E con loro aziende e lavoratori.  


Le ricadute


Gianluca Di Sante, responsabile Fillea Cgil, analizza il momento: «Le possibilità che le ditte possano non riuscire a riscuotere i crediti si riflette sui lavoratori. Molti di questi sono incagliati per migliaia e migliaia di euro e questo può avere ricadute pesanti per un territorio come il nostro. Le ditte hanno assunto tanto grazie al Superbonus, si sono ingrandite, ma ora non hanno liquidità necessarie per proseguire se non riuscissero ad accedere ai crediti». La conseguenza è chiara. «Potrebbero esserci problemi per far fronte ai pagamenti degli stipendi e all’avanzamento dei lavori stessi. Gennaio sarà un mese chiave perché il rischio è che si possano aprire situazioni di cassa integrazione o ancor peggio arrivare a licenziamenti così come a chiusure di aziende. Secondo il Cresme il termine del 110% doveva essere sostituito dai cantieri del Pnrr che avrebbero quindi assorbito la forza lavoro. Ma i cantieri non stanno partendo, tutto va a rilento e la sostituzione sperata non ci sarà, soprattutto nelle piccole realtà dove manca il personale amministrativo per avanzare progetti e accedere ai fondi». 
Una provincia in attesa dunque. «Ci sono lavoratori che hanno aperto la Partita Iva e senza lavoro saranno senza ammortizzatori.

Parliamo un settore trainante, rischiamo di cadere in una fase di recessione provinciale. Vedremo in che termini, ma non possiamo stare tranquilli anche per via dell’aumento dei tassi di interesse e dell’inflazione». Il numero di lavatori del comparto si aggira sui 3500 circa, un settore chiave per il territorio come spiega anche Paolo Ferri della Filca Cisl: «E’ un momento delicato, ad oggi abbiamo poche richieste di cassa integrazione ma nelle prossime settimane tutto potrebbe cambiare. 


La retromarcia


«Con il Superbonus il comparto è cresciuto ma ora molte famiglie stanno rivedendo i piani per timore di non rientrare nelle agevolazioni e le aziende che erano partite si trovano bloccate. Parliamo di una bolla potenzialmente pericolosa. Come Filca lo abbiamo sempre detto: bisognava creare un organo di controllo perché i prezzi delle materie prime si sono gonfiati e ora tutto rischia di fermarsi. Siamo preoccupati per i prossimi mesi anche perché l’edilizia traina anche il mobile e altri settori che rischiano a loro volta di rallentare. E’ una situazione da monitorare attentamente».
 

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