Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci torna in aula contro gli hater su Facebook: «Se vinco tutto in beneficenza»

Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci torna in aula contro gli hater su Facebook
Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci torna in aula contro gli hater su Facebook
di Luigi Benelli
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Mercoledì 14 Giugno 2023, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 16:27

PESARO Il sindaco Matteo Ricci accusato di essere “untore” durante il periodo del Covid. E il primo cittadino ieri era in aula davanti al giudice per testimoniare nel processo che vede un 61enne pesarese accusato di diffamazione ai suoi danni. Una testimonianza chiave perchè se il sindaco non fosse presentato, sarebbe decaduta in automatico la querela e il processo si sarebbe chiuso. Andiamo in ordine. A finire sul banco degli imputati per diffamazione aggravata a mezzo Facebook è stato un 61enne pesarese. Sui social avrebbe scritto rivolgendosi al sindaco Ricci: «Siamo arrivati a 100 pesaresi positivi al coronavirus e 700 pesaresi in quarantena. Ma veramente la mattina ti guardi allo specchio e non ti fai schifo da solo?». Accuse ripetute. «Io lo vedrei bene a fare i prossimi 5 anni a Villa Fastiggi, per il reato di procurata epidemia».


Le invettive


Tra le frasi contestate ancora: «Il 31 gennaio il Governo aveva già dichiarato l’epidemia. Quando Ricci faceva i suoi ridicoli show come il compleanno di Rossini in via Passeri, c’era già stata l’ordinanza regionale di chiusura. Sindaci molto più capaci e più intelligenti di lui e politici meno ottusi che hanno stupidamente sottovalutato il virus hanno già chiesto scusa. Incapace, ottuso ed untore». Infine: «Ha ucciso l’economia pesarese per due festicciole di m…». «Al primo posto, come peggior sindaco di Pesaro di sempre, c’è Matteo l’Untore».

Frasi che hanno portato il Comune a sporgere denuncia e a portare il 61enne davanti al giudice, difeso dall’avvocatessa Paola Righetti. Il quale sostiene di non essere stato lui a proferire gli insulti. Il sindaco Matteo Ricci in aula ha ricordato «l’onda d’odio che stava montando in quel periodo tanto che ho ricevuto una lettera con delle minacce di morte nella cassetta delle lettere. Era uno scenario di offese e insulti pesanti. Da quando abbiamo denunciato gli hater l’odio social è molto diminuito, rimangono le critiche come è giusto in una democrazia, ma non si sfocia più nell’odio. Se dovessimo vincere la causa il ricavato sarà devoluto in opere sociali e beneficenza, o attività culturali». In aula è stato consentito anche il presidente del consiglio comunale Marco Perugini: «E’ il terzo processo che affrontiamo, ho confermato che l’autore aveva trasceso il ruolo dei social. Siamo abituati alle critiche ma non accettiamo chi fomenta l’odio e delegittima l’azione amministrativa. Un clima che poteva essere pericoloso. Questi processi hanno funzionato da deterrenti per altri».


I precedenti


Sono già due le condanne. Un pesarese che lo accusava di essere un “sindacontagio” era stato condannato a 1000 euro di multa e al pagamento delle spese processuali, oltre a 7500 euro di risarcimento al Comune di Pesaro. A maggio 2022 il primo hater del sindaco era stato condannato per altre frasi ingiuriose a 800 euro di multa e ad un risarcimento di 3mila euro. La scorsa settimana Matteo Ricci all’incontro sui 9 anni da sindaco ha raccontato che il periodo del Covid è stato quello dove ha maggior sofferto la solitudine come amministratore pubblico a testimoniare la difficoltà di navigare a vista a fronte di una pandemia dagli effetti tanto tragici quanti inattesi.
 

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