La piscina è a rischio incompiuta: l'opposizione avverte il sindaco Ricci

La piscina è a rischio incompiuta: l'opposizione avverte il sindaco Ricci
La piscina è a rischio incompiuta: l'opposizione avverte il sindaco Ricci
di Thomas Delbianco
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Domenica 8 Ottobre 2023, 04:15 - Ultimo aggiornamento: 11:49

 PESARO. «Piscina di via Togliatti, c’è il rischio incompiuta, Ora vogliamo vederci chiaro in consiglio comunale. Basta con l’improvvisazione e no ad un nuovo mutuo». Arriverà in consiglio comunale, con un’interrogazione che viene anticipata dal centrodestra, il “caso” della piscina Facchini di via Togliatti. Una vicenda tornata sotto i riflettori negli ultimi giorni, dopo le dichiarazioni del presidente di Casa Vuelle Luciano Amadori («Il sindaco Matteo Ricci ci aveva garantito 2 milioni e mezzo di euro per completare l’impianto, ma siamo allo stallo») e del presidente del Consorzio Pesaro Basket Franco Arceci («Servono tra 2 e 2,5 milioni di euro per finire tutto, ma soldi, tempi e modalità non sono ancora chiari»). 

 
Il documento


 

I consiglieri comunali dei gruppi consiliari di centrodestra Lega, Prima c’è Pesaro, Fratelli d’Italia e gruppo Misto anticipano il documento che arriverà in assise, con richiesta di risposta all’Amministrazione comunale «per fare chiarezza sull’intera operazione per il completamento della piscina all’interno dell’impianto sportivo Facchini.

Basta - continua l’opposizione pesarese - Occorre sapere la verità sui conti e sui progetti. Basta con i “pozzi senza fondo” creati da lavori annunciati e da progetti rattoppati e propagandati come capolavori che poi si rivelano essere solamente l’ennesimo bluff estemporaneo di una amministrazione parolaia, brava solo con gli annunci sui giornali o con i post sui social. Serve vederci chiaro, non ci sono più scuse. La vicenda è complessa e il rischio di realizzare un’incompiuta è molto elevato considerata l’importante somma in ballo di circa 2 milioni». 


Nell’interrogazione l’opposizione chiede di sapere se per completare la piscina di via Togliatti «esista una strategia, o se siamo per l’ennesima volta davanti all’improvvisazione. Cosa intende dire il sempre prudente e ponderato Franco Arceci, nella doppia veste di presidente della Società e ambasciatore dell’Amministrazione Comunale quando sostiene che “esiste qualche problema?». Il centrodestra poi vira anche sui lavori, iniziati lo scorso 20 settembre, con l’apertura del cantiere, da parte della ditta Pretelli di Urbino, per realizzare, a fianco all’impianto natatorio, la palestra che sarà il futuro Centro Federale del Basket, coperta con 4,4 milioni di euro del Pnrr. 


«Questo quadro di incertezza si inserisce in un contesto già fortemente critico viste anche le proteste emerse negli ultimi giorni da residenti e ambientalisti sui lavori della palestra adiacente riguardo il taglio degli alberi e il traffico che andrà ad ingolfare il quartiere. L’improvvisazione di questa Amministrazione comunale si percepisce anche nella tempistica dei lavori, visto che dalla parole di Amadori, si intuisce che si doveva partire prima dal completamento della piscina e non dalla nuova palestra, lasciando una struttura ancora sfitta al 40% ben al di sotto delle attuali potenzialità». 


C’è poi il nodo del canale di finanziamento per il completamento della piscina. Da questo punto di vista, il centrodestra non ammette spiragli per un’eventuale richiesta di ulteriore credito. «Al momento - spiega - il complesso sportivo è al 60% delle sue potenzialità e deve essere completato con uffici, palestre, servizi, centro fisioterapico, bar e servono lavori per la parte rialzata, per le palestre e per la parte esterna, ma mancano ancora all’appello tra i due e i 2 milioni e mezzo per completare l’opera. In consiglio comunale più volte abbiamo sottolineato le criticità di questa operazione, evidenziando la mancanza di risorse a bilancio per completare l’opera e rendere pienamente operativa la struttura». 
«Non è pensabile - conclude l’opposizione - accendere un nuovo mutuo, visto che già così siamo a corto di liquidità e le nostre entrate non ci permetterebbero di sostenere una nuova rata. Come sempre avvenuto in questi anni all’annuncite dei progetti mirabolanti non è mai corrisposta una concretezza nelle azioni». 

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