Pesaro, invita l'amica a bere, poi l'assale
tenta di violentarla e la chiude in casa

Pesaro, invita l'amica a bere, poi l'assale tenta di violentarla e la chiude in casa
di Luigi Benelli
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Mercoledì 27 Marzo 2019, 04:25
PESARO - Chiusa in casa perché aveva rifiutato le sue avances. E’ la storia di due amici di vecchia data, con lui che perde le staffe e avanza proposte sessuali. Lei si nega, lui reagisce. La donna ha 52 anni, marocchina, da tanti anni a Pesaro ed è accompagnata con un pesarese. Vivono insieme da tempo, con un rapporto stabile. Ha un amico di 55 anni, tunisino, che frequenta la coppia. Anzi, a quanto riferito da lei, lui avrebbe aiutato la coppia in momenti di difficoltà portando del cibo. Insomma nulla che potesse far sospettare quanto successo ieri.
  
I due si sono visti lunedì pomeriggio intorno alle 18 nella zona di piazzale Lazzarini, tra il Teatro e il pronto soccorso. Hanno consumato un paio di birre finchè l’uomo ha detto alla donna che era molto bella e che avrebbe voluto fare l’amore con lei. La signora non gli ha dato troppo peso, era la prima volta in tutti quegli anni che lui manifestava questo pensiero. L’ha presa come uno scherzo e l’argomento è morto lì. Tanto che un’oretta dopo lui l’ha invitata a casa per consumare un’altra birra e poi andarsene ognuno per la propria strada. Qualche tentennamento, ma poi lei ha accettato. Lui però non l’ha portata nel suo appartamento, ma in un’abitazione di cui comunque aveva le chiavi. Si tratta di locali della Caritas in via Mazzini. Il 55enne è ospite di uno di questi. Qui lui è tornato alla carica. “Mi piaci, ti voglio, facciamolo”. Lei prova a chiudere in fretta l’argomento. “Sono accompagnata, lascia perdere”. Ma al suo rifiuto, lui l’ha palpeggiata e lei ha reagito. Non ci ha visto più ed è nata una piccola colluttazione in cui lei è rimasta ferita al polso con dei cocci di bottiglia di birra che si era rotta durante i concitati momenti della colluttazione. La donna non si è mostrata intimorita, anzi ha reagito dicendo che non le faceva paura. L’uomo per tutta risposta, sentitosi rifiutato, l’ha abbondonata lì dentro e chiusa nell’appartamento. “Adesso ti lascio qui”. E se n’è andato. Lei ha provato a sporgersi alla finestra per chiedere aiuto, ma l’appartamento si affaccia solamente su un cortile interno e non c’era nessuno pronto a raccogliere il suo aiuto. Ha preso il cellulare e ha chiamato un’amica ma non ha saputo dirle dove era di preciso. Così ha chiamato il 118 e i medici hanno girato la chiamata ai carabinieri che sono intervenuti subito in via Mazzini col Radiomobile. La ricerca è stata complicata perché lei non ha saputo dare tante indicazioni precise di quale e dove fosse l’appartamento, ma con un po’ di intuito i carabinieri hanno rintracciato lo stabile della caritas. Hanno iniziato a bussare alle porte finchè da dentro hanno sentito la donna che urlava aiuto. Nel frattempo si è affacciato un vicino di pianerottolo che ha riferito ai militari chi possedeva le chiavi di casa. Arrivati alla porta del tunisino, lui non ha potuto negare e hanno liberato la donna. I due sono stati portati in caserma dove sono stati ascoltati dai carabinieri. Ricostruita tutta la storia, lui è stato arrestato per sequestro di persona e tentata violenza sessuale. Le ferite di lei sono state giudicate guaribili in tre giorni. L’uomo si è scoperto anche che era irregolare sul territorio italiano e che doveva essere espulso a giorni. Viveva nell’appartamento della Caritas e al momento è disoccupato. È stato portato in carcere a Villa Fastiggi in attesa della convalida dell’arresto.
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