Il vescovo inaugura Casa don Giorgio per chi non si può permettere un tetto

Il vescovo inaugura Casa don Giorgio per chi non si può permettere un tetto
di Miléna Bonaparte
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Sabato 25 Novembre 2023, 05:55 - Ultimo aggiornamento: 11:22

PESARO La benedizione nel segno dell’ospitalità verso l’altro, chi “era forestiero”, dell’arcivescovo don Sandro Salvucci e l’augurio di un’accoglienza sempre più grande al servizio della comunità del sindaco Matteo Ricci hanno aperto le porte, con una piccola cerimonia di “benvenuto”, alla “Casa don Giorgio”, in via Bovio 2, a pochi passi dalla parrocchia dei Santi Cassiano ed Eracliano.

 
È stato inaugurato ieri mattina l’appartamento che la Caritas diocesana ha messo a disposizione degli ultimi, i senza fissa dimora, coloro che soffrono più di ogni altro del disagio abitativo, piaga sociale del caro affitti che anche in città colpisce persino le famiglie con un lavoro e un reddito. 


Il progetto


Al tempo stesso è diventato realtà un sogno sul quale ha sempre lavorato sodo don Giorgio Giorgetti, morto 6 anni fa mentre era in sella alla sua inseparabile bici, al quale l’alloggio è dedicato.

Lui è stato responsabile della Caritas dal 1981 al 2008, parroco di San Cassiano, dirigente di Migrantes Marche, conoscitore delle Sacre scritture e Premio Circolo della stampa 1992.


Nella “Casa don Giorgio” già vivono 4 persone adulte, accompagnate dalla Caritas lungo un percorso di riconquista dell’autonomia e d’integrazione. Gli ospiti appena arrivati hanno preferito rimanere nell’ombra e assistere silenziosi all’inaugurazione del loro nuovo “nido”. L’appartamento si sviluppa su 3 livelli e dispone di 7 posti letto, 4 camere, una cucina e 2 bagni. Tra ristrutturazione e arredi, la spesa è stata di circa 100mila euro. 


Come si è realizzato


«Un intervento reso possibile in questi ultimi 3 anni - ha spiegato Emilio Pietrelli, direttore della Caritas, affiancato dal coordinatore Andrea Mancini - grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio per i lavori e di LcMobili, Scavolini e Biesse per gli interni. Abbiamo portato a termine il percorso di don Giorgio nel segno dell’accoglienza». Chiamato a benedire, monsignor Salvucci ha parlato di “opera segno”, «una piccola risposta simbolica per intercettare gli ultimi in classifica nella ricerca di un alloggio, un intervento che è come un seme dal valore grande che porta con sé nuovi germogli, un gesto per tenere viva la generosità nel continuare a seminare». E proprio in questa direzione l’arcivescovo si è impegnato a valorizzare, con l’aiuto di istituzioni e imprese private, «il patrimonio immobiliare abbandonato della Chiesa, penso alle tante case dei sacerdoti che potrebbero essere ancora utili alla comunità. Faremo la nostra parte». 


Tre sacerdoti


Ha ricordato tre sacerdoti che sono stati i suoi punti di riferimento, il sindaco Matteo Ricci, che risiede proprio nella parrocchia di San Cassiano: don Giorgio Giorgetti, don Adelio, il parroco di famiglia, e don Marco Di Giorgio, ora vicario dell’Arcidiocesi, con il quale si è confrontato ai tempi della scuola. «Del primo ricordo il suo impegno nell’aiutare la gente, una vita al servizio della comunità, in particolare per gli ultimi, con il suo lavoro quotidiano dava concretezza al Vangelo - ha evidenziato -. Credo proprio che don Giorgio adesso ci guardi dall’alto con soddisfazione». 


Le novità


Altre due novità sul fronte dell’accoglienza dei senza fissa dimora sono state anticipate da Roberto Drago, coordinatore dell’Ats 1: «Uscirà a breve un bando per chi vuole mettere a disposizioni immobili da utilizzare per i progetti sulla povertà nell’ambito del Pnrr e dal prossimo anno cominceranno i lavori per la “Stazione di posta” vicino alla ferrovia dove offrire una breve accoglienza a chi vive in strada». 

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