Pesaro, in centro tettoia con amianto troppo vicina all'istituto Mengaroni

Pesaro, in centro tettoia con amianto troppo vicina all'istituto Mengaroni
Pesaro, in centro tettoia con amianto troppo vicina all'istituto Mengaroni
di Miléna Bonaparte
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Venerdì 7 Luglio 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 15:28

PESARO La segnalazione è stata fatta ormai tre mesi fa, si sono svolti i controlli sanitari per valutare il pericolo, ma la bonifica non sembra ancora all’orizzonte. Eppure in quella tettoia in amianto, la casa implicata ha l’ingresso su corso XI Settembre, ci si sbatte il naso aprendo una finestra sul retro del liceo artistico Mengaroni.
Tutti temono la possibile dispersione delle polveri killer eccetto, almeno così sembra, il proprietario dell’abitazione che non sarebbe stato ancora rintracciato in quanto i locali sono chiusi e abbandonati da tempo. Spetterebbe al Comune prendere contatti con il privato che deve provvedere all’eliminazione dell’eternit, dopo le verifiche sullo stato di conservazione della copertura effettuati dal Servizio di igiene e sanità pubblica, il Sisp dell’Ast.


I controlli


«La nostra segnalazione è del 17 aprile - spiega Elisabetta Sacchi, presidente del comitato locale dell’Ona, l’Osservatorio contro l’amianto -, la tettoia si trova davanti a un’aula al primo piano del Mengaroni. Il Comune ha avviato i controlli di sua competenza sia con l’Ast, per valutare l’eventuale sfaldamento e quindi la pericolosità del manufatto, sia attraverso la polizia locale in quando va contattato il proprietario dell’alloggio dove ora non vive nessuno. In base a quel che emergerà dalla relazione finale dell’Ast sarà eventualmente intimata al privato la bonifica».

La responsabile locale dell’Ona mostra una doppia ”lista nera” sull’amianto a Pesaro, una dei siti che l’associazione è riuscita a mettere in sicurezza e invece l’altra con dieci luoghi sparsi nei quartieri che rappresentano ancora un possibile rischio per la salute. 


Il piano


«Quando ci sono manufatti in amianto ogni anno si dovrebbe fare un piano di controllo e manutenzione proprio per evitare il rilascio delle polveri tossiche che avviene con lo scadimento del materiale dopo qualche decennio - fa presente Elisabetta Sacchi -. Rivolgo quindi un appello alle istituzioni. Comune e Regione devono cominciare a prendersi a cuore la battaglia contro l’amianto. È necessario stanziare risorse perché i proprietari devono essere aiutati economicamente, le bonifiche sono costosissime, così come hanno bisogno di sostegno le ditte specializzate nello smaltimento. Nelle Marche non abbiamo una discarica specializzata per questo tipo di rifiuto, quindi le scorie di amianto devono essere portate fuori regione, alcune arrivano fino in Germania e il conferimento si paga a caro prezzo. Quindi anche lo Stato dovrebbe fare la sua parte».  


La mappatura dei siti


Si invoca da tempo la mappatura dei siti a rischio che spetta alla Regione: «Sarebbe utilissima proprio per avere un quadro della situazione e intervenire là dove c’è un reale pericolo - auspica la presidente Sacchi -, senza uno screening della situazione come si fa a capire quanti soldi è necessario mettere a bilancio per la bonifica? Solo in questo modo ci sarà sempre meno amianto nei nostri luoghi di vita e lavoro. Alcuni Comuni marchigiani, come Appignano e Fabriano, hanno già provveduto da soli alla mappatura, senza aspettare la Regione, e stanno mettendo in sicurezza i luoghi che costituiscono un pericolo. Del resto il sindaco, in quanto autorità sanitaria locale, è responsabile della salute pubblica». 
 

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