Pesaro, gli agricoltori smobilitano il sit-in davanti al casello dell'A14: «Ma la nostra protesta non finisce»

Pesaro, gli agricoltori smobilitano il sit-in davanti al casello dell'A14: «Ma la nostra protesta non finisce»
Pesaro, gli agricoltori smobilitano il sit-in davanti al casello dell'A14: «Ma la nostra protesta non finisce»
di Luca Senesi
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Venerdì 9 Febbraio 2024, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 07:40

PESARO Ultimo giorno per il presidio degli agricoltori della provincia che da lunedì, dopo il corteo dei 160 trattori, sono rimasti davanti al campo di fronte all’uscita del casello autostradale di Pesaro senza mai abbandonare la postazione. Giorno e notte, h/24 a turno qualcuno dei manifestanti è sempre stato presente. In particolare un gruppo di agricoltori e allevatori non ha mai abbandonato la sede fissa del presidio, dove ha continuato a stazionare una decina di trattori, ricevendo la solidarietà di tanti pesaresi che hanno portato acqua, cibo e bevande calde.

Che cosa succede

«Oggi è l’ultimo giorno qui ma la nostra protesta non finisce di certo – assicurano – anzi stiamo pensando alla prossima mossa, magari un tipo diverso di manifestazione o sensibilizzazione per ribadire tutto ciò che vogliamo».

Volontà scritte nero su bianco nel documento consegnato in Prefettura direttamente al prefetto Emanuela Saveria Greco che li ha ricevuti ed accolti.

«La sensazione generale è molto positiva, anche a livello nazionale ci lega uno spirito di condivisione perché tutti lottiamo per la stessa causa e le stesse cose e questo ci spinge ad andare avanti con convinzione» racconta Federico Tiberi uno dei manifestanti. Basta percorrere in auto la rotatoria davanti al presidio per sentire i clacson degli automobilisti allo sventolare delle bandiere degli agricoltori illuminate di notte dalle luci dei trattori accese. «Abbiamo volutamente issato solo la bandiere italiana – precisano – nessuna bandiera politica, di associazioni o altri gruppi, noi infatti siamo uniti solo dal tricolore». Da oggi dunque si smonta il presidio, dove non si sono mai verificati incidenti e comunque sempre sotto il controllo delle forze dell’ordine, ma la battaglia continua e le iniziative non mancheranno.

Solo la bandiera italiana

Gli agricoltori che manifestano vogliono tenere fuori la politica, anzi i partiti, dalla loro mobilitazione. Ma la politica non molla certo gli agricoltori. E in questi giorni non sono mancate le prese di posizione. Solidarietà ai manifestanti viene dal parlamentare leghista Mirco Carloni, attuale presidente della commissione Agricoltura e in precedenza assessore regionale all’Agricoltura: «Siamo per bloccare tutto ciò che entra dai paesi terzi che non rispetta gli stessi parametri che vengono imposti ai nostri agricoltori. Questa è concorrenza sleale - ha spiegato Carloni in un video - E l’altra proposta di legge che abbiamo presentato è quella del blocco del prezzi che permette di tutelare il lavoro e il costo minimo dei prodotti».

Botta e risposta

Stupita del video si è detta la consigliera regionale dem Micaela Vitri: «Sono vicina agli agricoltori. Mi chiedo però, quali risposte hanno avuto da chi governa? Carloni, si scaglia contro l’Europa a difesa degli agricoltori. Vorrei ricordare che è stato il Governo Meloni a ripristinare l’Irpedf in agricoltura (tolta dal Governo Renzi). E’ stato sempre il Governo Meloni a tagliare le agevolazioni per i giovani agricoltori e gli incentivi per l’investimento in fonti di energia rinnovabile. Si preoccupasse piuttosto di ascoltare le ragioni di queste proteste e lavorare per trovare soluzioni concrete visto che la Lega è al Governo del Paese, il commissario europeo per l’agricoltura Janusz Wojciechowski è alleato di Salvini e Meloni.Tra l’altro sono insopportabili pure queste false crociate del centrodestra contro la Politica Agricola Comune (Pac), dal momento che sia Fratelli d’Italia sia la Lega hanno votato a favore il 23 novembre 2021 al Parlamento Europeo».

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