Pesaro, fine della fuga per lo stupratore: Federico Marcelli preso a Gubbio, lacrime di sollievo per le vittime

Pesaro, fine della fuga per lo stupratore: Marcelli preso a Gubbio, lacrime di sollievo per le vittime
Pesaro, fine della fuga per lo stupratore: Marcelli preso a Gubbio, lacrime di sollievo per le vittime
di Luigi Benelli
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Martedì 12 Dicembre 2023, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 13 Dicembre, 09:45

PESARO - Lo cercavano dal 15 novembre scorso, Federico Marcelli, 49 anni, l’ex ristoratore pesarese accusato di aver stuprato due sue ex ed evaso dagli arresti domiciliari dopo una doppia condanna cumulativa per 10 anni e 4 mesi. E alla fine lo hanno trovato e catturato. L’uomo è stato arrestato in Umbria nel tardo pomeriggio di domenica e la notizia è stata confermata solo nella giornata di ieri, perché attorno all’indagine portata avanti dai carabinieri del comando di Pesaro c’è ancora massimo riserbo.

Quando le sue due vittime hanno appreso della fine della latitanza sono scoppiate in un pianto liberatorio perchè in tutte queste settimane avevano vissuto con il terrore di ritrovarselo sotto casa.

A quanto si è appreso Federico Marcelli si stava nascondendo nelle campagne nella zona di Gubbio, dunque vicino al confine con la provincia di Pesaro. 

Riserbo e indagini

Nelle prossime ore i carabinieri forniranno maggiori dettagli su come sia avvenuta la cattura e sulle circostanze della latitanza. Non si ancora se in queste settimane da fuggiasco l’uomo sia stato aiutato o meno da qualcuno. Una cosa è certa: il 49enne non è mai andato troppo lontano da Pesaro preferendo darsi alla macchia nel vicino Appennino. Più di due settimane fa, per una giornata intera, i carabinieri avevano passato al setaccio la zona del monte Nerone, in particolare le località gravitanti attorno ad Apecchio, Cagli, Cantiano, Serravalle di Carda, Pianello e Acquapartita. 

La fuga un mese fa


L’uomo era evaso quasi un mese fa dalla casa della madre, a Chiusa di Ginestreto, dove scontava, con obbligo di indossare il braccialetto elettronico, i domiciliari come misura cautelare per le due condanne ricevute per le accuse di violenza sessuale, lesioni e maltrattamenti. Una di queste è stata confermata proprio pochi giorni fa in Cassazione, diventando definitiva a 4 anni e 4 mesi. L’altra è stata confermata in appello a 6 anni. C’è anche una terza vittima, per un fatto di lesioni, per cui deve essere ancora giudicato. Era riuscito a spezzare il braccialetto elettronico e ad allontanarsi in auto. 


La sua evasione e la successiva latitanza avevano destato un forte allarme sociale, soprattutto per le due sue ex compagne, una delle quali è ancora ospite di una struttura protetta per evitare i contatti con lui. Le donne vittime di violenza avevano espresso preoccupazione, tanto che sin da subito i carabinieri avevano stretto una rete di protezione attorno a loro: casa, scuola e luoghi di lavoro. Da una di loro aveva avuto un figlio, poi l’interruzione di una seconda gravidanza. Lui la minacciava: «Se lo dici a qualcuno ti violento, ti ammazzo e sotterro il cadavere. Sono stato in Somalia, non avrei problemi a farlo». L’avvocatessa Elena Fabbri è il legale delle due vittime.

Il sollievo delle vittime

«Ho avvertito le due donne – spiega Fabbri - piangevano dalla felicità, si sono sentite sollevate e si sono tolte un mattone dallo stomaco. Finalmente una di loro potrà uscire liberamente col bimbo e l’altra non dovrà stare più attenta e guardarsi le spalle durante i trasferimenti tra casa e lavoro. Mi hanno confidato di essere state per questo tempo in uno stato di ansia continuo, tanto da avere incubi la notte per il timore che potesse succedere qualcosa di brutto. Siamo contente di questa cattura che aveva destato allarme sociale, adesso ci sarà il processo anche per evasione. Ci auguriamo che oltre alla sua responsabilità, si faccia chiarezza anche sui favoreggiatori che lo hanno aiutato nella fuga. Non può aver fatto tutto da solo». 

Era contraria al braccialetto elettronico


L’avvocatessa, sin da subito contraria al braccialetto elettronico, aveva chiesto l’aggravamento della misura cautelare con la traduzione in carcere. Ora Marcelli, anche per via del definitivo della Cassazione, sarà rinchiuso in penitenziario. Un caso di cui si erano occupate le tv nazionali come Chi l’ha vista, Zona Bianca, Tg5 e Tg2.

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