Discarica Riceci, l'azzardo di Marche Multiservizi: 3,1 milioni per il 40% di Aurora (società che ha presentato il progetto)

Discarica Riceci, l'azzardo di Marche Multiservizi: 3,1 milioni per il 40% di Aurora (società che ha presentato il progetto)
Discarica Riceci, l'azzardo di Marche Multiservizi: 3,1 milioni per il 40% di Aurora (società che ha presentato il progetto)
di Lorenzo Furlani
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Sabato 1 Luglio 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 11:08

PESARO - La società Aurora, che ha presentato in Provincia il progetto della maxi discarica per rifiuti speciali di Riceci di Petriano, è una scatola vuota. O quasi. Marche Multiservizi ha deliberato di acquisirla totalmente, in tre step successivi, a prezzo d’oro. E, per il contesto e le circostanze specifiche in cui l’operazione si è sviluppata, questa è una delle anomalie della vicenda, che di aspetti controversi ne presenta più d’uno.


Aurora è stata costituita a Rimini il 25 maggio 2021 come società a responsabilità limitata e un capitale di 50mila euro, con l’originario nome di Ecosun, tra l’imprenditore sammarinese Ambrogio Rossini, 87enne, e una signora sua connazionale, all’epoca 88enne, amministratrice di Ecoservizi srl di San Marino. I primi due esercizi si sono chiusi con perdite di 3.412 euro e di 10.945 euro. Poi, sul finire del 2022, è arrivata Marche Multiservizi: il capitale è stato aumentato di 100.000 euro con un sovrapprezzo di 566.666 euro, versato al 60% (400mila euro) da Ecoservizi e al 40% (266mila euro) da Mms, il cui amministratore delegato Mauro Tiviroli è stato nominato presidente.

Per acquisire il 40% totale (come deliberato dal cda), Mms lo stesso giorno ha comprato da Ecoservizi una quota nominale di 20mila euro, pari al 13,3% del capitale sociale di Aurora, alla funambolica cifra di 2,9 milioni di euro.

Rispetto alla sovrastima, pari a circa 6,6 volte, dell’aumento del capitale per adeguarlo al valore dell’azienda, la quota nominale è stata moltiplicata 145 volte, quasi 22 volte tanto. Quindi, l’onere totale per Marche multiservizi è stato di 3.166.666 euro, di cui 266.666 finiti nella cassa comune di Aurora e 2.900.000 incassati da Ecoservizi.

Il proprietario di questa società, come accreditato ai media, sarebbe Ambrogio Rossini, ma di ciò manca il riscontro documentale perché il registro delle imprese di San Marino non offre trasparenza sui titolari delle quote sociali.


Le anomalie dell’operazione


Tra le anomalie del progetto non ci sono solo quelle che hanno provocato un forte movimento di protesta popolare. Ovvero: la discarica di 5 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, da abbancare in 25 anni, è stata prevista, a poco più di un chilometro da Gallo, in uno degli scenari territoriali più belli delle Marche, tanto da essere usato come sfondo per il famoso spot promozionale di Dustin Hoffman.

Il sito (come sottolinea Legambiente) ricade nella zona della produzione di latte della Casciotta di Urbino (la più grande Dop casearia delle Marche), nel più grande distretto di agricoltura biologica d’Italia, a ridosso di un sito di interesse comunitario della Rete Natura 2000. Non per ultimo, l’impianto di smaltimento dei rifiuti sarebbe visibile da Urbino, patrimonio dell’umanità tutelato dall’Unesco.


A rendere atipica l’operazione ci sono anche gli aspetti operativo e finanziario. Infatti, Marche Multiservizi, prima multiutility della regione del gruppo Hera (tra i principali player nazionali dei servizi pubblici locali, quotato in borsa) non agisce in proprio, come fatto per il biodigestore attraverso una società di scopo, bensì si appoggia a un piccolo operatore ambientale, costituito di recente, la cui testa sta nello Stato estero di San Marino. Il vantaggio competitivo di Aurora, amministrata da Rossini (dimessosi all’arrivo di Tiviroli), è l’aver opzionato i terreni della discarica di Riceci. Ma dopo la sconfessione dell’operazione da parte del sindaco di Pesaro, diventano rilevanti e scottanti i contenuti della delibera portata il 12 dicembre scorso da Tiviroli nel cda di Marche Multiservizi quando già il Comune di Petriano si era espresso contro la discarica e l’assessore regionale all’ambiente aveva dichiarato ai cittadini di Gallo che un impianto a Riceci è incompatibile con le norme regionali.

Quel cda (assente Margherita Pedinelli) ha detto sì all’unanimità all’acquisizione del capitale sociale di Aurora in “tre closing” in vista della messa in opera della discarica. Ma la società, appunto, è una scatola (quasi) vuota perché ancora non ha l’autorizzazione a costruire la discarica e l’esito della richiesta è quantomeno incerto per i risvolti normativi controversi e le opposizioni istituzionali, mentre 3,2 milioni di euro per Aurora sono stati già sborsati da Mms. Lo stallo dell’ultimo cda sulla strategia di uscita dal progetto dipende, per la responsabilità contrattuale, dal rischio di dover risarcire i danni per le obbligazioni già assunte per l’acquisto a suon di milioni da Ecoservizi del restante 60% .


Il giro d’affari dell’impianto


La società di Rimini, che nella vicenda svolge una funzione iniziale e meramente strumentale, è stata valutata così tanto in base a una “due diligence” per il giro d’affari potenziale della discarica, capace di generare ricavi quantomeno di 600/700 milioni di euro (Mms ora fa pagare una tonnellata di rifiuti speciali mediamente 137 euro). Ma proprio per il ruolo di Aurora qualcuno in questa operazione si arricchisce: secondo gli atti notarili, in una vicenda dai contorni grigi per i tanti incontri informali e i cambi di opinione in corsa, il titolare o i titolari delle quote di Ecoservizi, società nata appena 3 anni fa con un modesto capitale di 25.500 euro.

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