PESARO Giovanissimi, ma già con un profilo criminale da piccoli boss sviluppato. Due arresti, estorsioni, droga, minacce e botte in questo cocktail di violenza e reati nel sottobosco dei giovanissimi pesaresi. Gli stessi investigatori, i carabinieri della compagnia di Pesaro, sottolineano che il dato che ha destato «maggior preoccupazione è quello costituito dalla personalità degli indagati, tutti giovanissimi: indifferenti alle regole del vivere sociale; incuranti delle denunce, perquisizioni o ogni altro intervento delle forze di polizia e dall’autorità giudiziaria minorile ed ordinaria». Tutti i vari interventi delle forze dell’ordine, anziché mitigare le azioni delittuose, inducevano gli indagati ad intrecciare e allargare relazioni e conoscenze nel mondo criminale. Ragazzini determinati a porre in essere azioni violente per difendere il loro ruolo di capi, mediante aggressioni fisiche, con l’utilizzo di mazze e bastoni. E soprattutto già in grado di adottare strumenti o comportamenti per eludere attività investigative. E’ quanto emerge rispetto ai comportamenti dei piccoli boss che sono stati analizzati in questi mesi e che i carabinieri si sono trovati a fronteggiare. Una indagine partita agli inizi dell’estate, lo scorso giugno, e che ha visto l’impiego anche di intercettazioni per ricostruire i fatti che ora vengono contestati.
Traffico di hashish da 5 kg al mese
Due neo maggiorenni, poco più che ragazzini, fuori dalla rete scolastica e disoccupati, ma capaci di gestire un traffico di hashish da 5 kg a testa al mese.