L'ex assessore De Crescentini: «Urbino incanta, ma la città è ferma a causa di personaggi anacronistici»

L'ex assessore De Crescentini: «Urbino incanta, ma la città è ferma a causa di personaggi anacronistici»
L'ex assessore De Crescentini: «Urbino incanta, ma la città è ferma a causa di personaggi anacronistici»
di Eugenio Gulini
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Domenica 16 Luglio 2023, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 12:04

URBINO - A tre anni dalle sue dimissioni da assessore esterno a turismo e attività economiche, con il Sigillo d’ateneo a Massimo Moratti da lui portato sotto i torricini, a Urbino tutti sono tornati a parlare di Andrea De Crescentini come di un creativo e organizzatore di spessore.

De Crescentini perché quel suo mandato in cui tanti credevano è durato il tempo di un soffio di vento rispetto a quanto è necessario per una programmazione amministrativa solida?

«Il mandato da assessore (durato poco più di un anno, ndr) è stato un’esperienza affascinante. Purtroppo, ci sono stati alcuni fattori contrari: gli impegni assillanti di lavoro (all’epoca responsabile comunicazione e relazioni esterne di RivieraBanca, ndr) e la mancanza di comprensione e fiducia in giunta nel seguire le mie idee. Pertanto, non vi erano le condizioni per provare a portare a termine i miei progetti. Del resto, il medico non mi aveva prescritto di fare l’assessore a tutti i costi. Complice anche il Covid. Peccato, perché ero riuscito in pochi mesi a creare un nuovo “playoff” per la città ducale, tuttora usato sui social, “Urbino, cuore del Rinascimento”, riportando la centralità in chiave pop. Ero riuscito a trovare collaborazioni e sponsorizzazioni importanti come Fiat, Alberta Ferretti e UbiBanca. Erano state trovate sinergie apprezzabili con eventi in Francia, in collaborazione con Ambasciata e Consolato. Ma è inutile rammaricarsi con il senno di poi, perché in quel periodo si era fermato il mondo. Mi dispiace per Urbino perché è una città ferma e retta da alcuni personaggi anacronistici, che le fanno solo del male. E non mi riferisco al sindaco, che invece ringrazio ancora per avermi chiamato».

Che cosa avrebbe fatto per la città di cui è originario e che non è riuscito a realizzare?

«Sicuramente l’avrei resa, scusi la ripetizione, più pop, e avrei cercato di far girare il nome di Urbino maggiormente, attraverso contatti importanti».

Urbino oggi la delude o continua a incantarla?

«Certo che mi incanta: Urbino, fortunatamente, esiste ed è meravigliosa a prescindere. Bisognerebbe però avere alla guida persone lungimiranti, che imprimano velocità e una visione, che oggi ancora non c’è. Per il futuro, vedrei una donna al comando, un po’ sulla scia dello scenario nazionale».

Visto che, oltre a lavorare presso un grande istituto di credito, è sempre pieno di idee, quali progetti ha per il futuro?

«Io sono innamorato di questo territorio unico e meraviglioso e anche girando non passa occasione in cui cerco di parlarne e di promuoverlo. Per il resto top secret».

Veniamo a Massimo Moratti, la moglie Milly la tratta come un figlio.

«Ho conosciuto prima Milly e poi la famiglia Moratti, tramite l’amico comune Elio Fiorucci, stilista e imprenditore unico. Queste, sono persone geniali e umili, dalle quali si impara tanto. Vista l’amicizia con i Moratti e con il rettore, è nata questa idea. Un riconoscimento prestigioso per una grande persona come il presidente “bauscia”, un’occasione di visibilità per l’università e un momento utile per promuovere il nostro meraviglioso territorio, anche in vista di Pesaro2024».

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