Sant'Angelo, lunedì confronto tra periti al Ris
Dai telefonini la verità sulla morte di Ismaele

Sant'Angelo, lunedì confronto tra periti al Ris Dai telefonini la verità sulla morte di Ismaele
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Sabato 22 Agosto 2015, 20:49 - Ultimo aggiornamento: 26 Agosto, 11:35
SANT'ANGELO IN VADO - Lunedì è programmato un confronto al Ris dei carabinieri di Roma tra le parti processuali sui rilievi per l'omicidio del 17enne Ismaele Lulli.



Il ragazzo di Sant'Angelo in Vado fu assassinato in maniera atroce poco più di un mese fa (era domenica 19 luglio scorso) nella chiesetta di San Martino in Selva Nera, nel comune di Sant'Angelo in Vado, ai confini con quello di Lunano. Saranno presenti i periti di parte.



Il confronto avviene dopo tanti sopralluoghi effettuati, anche con apparecchiature sofisticatissime ed all'avanguardia, e dopo il segresto dei cellulari di Igli, l'omicida, di Marjo, il presunto complice dell'assassino, di Ambera, la ragazza di Igli e cosiddetto "pomo della discordia", dello stesso Ismaele, di alcuni amici di Igli e Marjo e la ricognizione di tutto il materiale prelevato dai carabinieri del nucleo operativo di Pesaro dal giorno del ritrovamento del cadavere.



I periti sono stati convocati per stabilire un calendario di incontri per dibattere sullo svolgimento delle analisi dei diversi oggetti raccolti come elementi di indagine dalle forze dell'ordine durante l’inchiesta, che, nel giro di poche ore, portò agli arresti di Igli Meta e Marjo Mema. Oltre a funzionari del Ris, tre specialisti di informatica, merceologia e biologia, presenzieranno agli accertamenti i periti di difesa e di parte civile, i loro consulenti tecnici e la procura di Urbino.



Quest'ultima punta sul telefonino di Ismaele, ritrovato spaccato, a una decina di metri dalla Gorga dei Morti dove i due ragazzi albanesi si erano recati a fare il bagno dopo il delitto, nella boscaglia che costeggia il torrente Auro. Si spera nel recupero completo dei dati contenuti all'interno.



I due albanesi, accusati di omicidio aggravato dalla minorata difesa, dal porto d'armi illegittimo, dall'aver condotto Ismaele in un luogo isolato e dalla premeditazione, rischiano 30 anni di galera. Una gioventù bruciata da un moto di gelosia per un tradimento amoroso che doveva essere lavato con il sangue.
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