Sant'Angelo, la mamma condanna
«Quei due non vedano più la luce»

Da sinistra la vittima Ismaele Lulli, il complice dell'assassino Marjo Mema, la fidanzata dell'omicida Ambera e l'omicida reo confesso Igli Meta
Da sinistra la vittima Ismaele Lulli, il complice dell'assassino Marjo Mema, la fidanzata dell'omicida Ambera e l'omicida reo confesso Igli Meta
2 Minuti di Lettura
Domenica 26 Giugno 2016, 14:16
SANT'ANGELO IN VADO - E' calma e decisa. Debora Lulli, la mamma di Ismaele barbaramente ucciso il 19 luglio 2015 a 17 anni in un boschetto a Sant'Angelo in Vado per una storia di gelosia tra ragazzi, è scarna di parole ma incisiva.

«Siamo arrivati al dibattimento per omicidio volontario pluriaggravato - afferma Debora Lulli, accettando di commentare il rinvio a giudizio di Igli Meta, 21 anni albanese, fidanzato di Ambera con cui Ismaele avrebbe avuto una breve relazione, e del complice Majo Mema, 20 anni albanese - come era giusto che fosse. Il pm, Irene Lilliu, si è comportato molto bene, è stato perfetto. Ora non c'è più nulla da fare se non il processo e attendere la condanna».

«Nelle udienze di fronte al Gup del Tribunale di Urbino - osserva la donna - mi ha colpito la freddezza e la disinvoltura di quei due ragazzi accusati di omicidio che sembravano stessero al bar a prendere il caffè. Sinceramente Igli di meno, perché si è impegnato a stare con la testa bassa».

Sulle strategie difensive degli imputati, in particolare per la nuova versione di Igli che attribuisce responsabilità al complice Marjo, già smentito dalla perizia sulle ferite mortali del consulente del pubblico ministero, la mamma della vittima è perentoria: «Sono tecniche per prenderci in giro. Ma il pm e il gup non sono così stupidi da permetterle».

Ora Igli e Marjo rischiano l'ergastolo. «Sempre poco per quello che mi riguarda - afferma Debora Lulli -. Non deve vedere la luce nessuno dei due. Mio figlio è sottoterra, questi ancora parlano e mi sembra già tanto».

Più sfumato è il giudizio su Ambera Saliji, la ventenne macedone che fu la causa della gelosia omicida di Igli Meta e sarà chiamata a testimoniare al processo. «Sono curiosa di sentire tutti soprattutto chi sapeva e avrebbe potuto avvisare Ismaele». 

Il processo per omicidio volontario, pluriaggravato da crudeltà, efferatezza e premeditazione, si aprirà il prossimo 13 luglio, quasi a un anno dal delitto, davanti alla Corte d'Assise di Pesaro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA