Biancani: «No alla Provincia di Pesaro e Urbino a Torraccia altrimenti il centro storico muore»

Biancani: «No alla Provincia di Pesaro e Urbino a Torraccia altrimenti il centro storico muore»
Biancani: «No alla Provincia di Pesaro e Urbino a Torraccia altrimenti il centro storico muore»
di Miléna Bonaparte
3 Minuti di Lettura
Lunedì 24 Luglio 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 12:24
PESARO «Se alle tante serrande abbassate e ai locali commerciali sfitti ci aggiungiamo anche la fuga dei servizi pubblici di enti e istituzioni, sarà la fine per il centro storico che già soffre del fenomeno dello spopolamento». Pur con la premessa che va rispettata l’autonomia delle scelte programmatiche di Provincia e Aspes, il vicepresidente del consiglio regionale dem Andrea Biancani - siamo sullo stesso fronte Pd quindi nessuna stroncatura politica - non è d’accordo con l’ipotesi alla quale sta lavorando l’amministrazione di viale Gramsci, insieme all’Aspes, per trasferire i rispettivi uffici alla Torraccia in una struttura da costruire insieme a partire da zero nel terreno di quattro ettari, vicino alla Vitrifrigo Arena e al Rossini Center, di proprietà della società di servizi del Comune.


La prospettiva


Per Biancani la Provincia deve restare dove è sempre stata, nei due palazzi di viale Gramsci, perché in una prospettiva futura l’ente potrebbe uscire dal “cono d’ombra” dello svuotamento dei poteri e delle ridotte funzioni con la nuova riforma, perché «il governo Meloni vuole tornare al passato». Quindi la strategia dovrebbe essere quella di mettere al momento in affitto le parti inutilizzate per ricavare degli utili e poi si rivaluta la situazione. 
«È prioritaria la necessità di tutelare e rigenerare un patrimonio urbano e una ricchezza preziosa che si trovano minacciati dal rischio dell’abbandono - invita a non perdere d’occhio i campanelli d’allarme il consigliere Biancani -. Assistiamo alla fuga da parte dei residenti e ad alcune zone degradate, il commercio al dettaglio è calato, sono diminuite le imprese.

Farebbero eccezione soltanto i bar e i ristoranti. Quindi proteggiamoli. Perché proprio queste attività ne risentirebbero maggiormente del trasferimento della Provincia e dell’Aspes in periferia. Pensiamo agli impiegati in pausa pranzo e agli utenti dei servizi pubblici che, dopo aver sbrigato le pratiche, vanno a fare colazione. Uffici e dipendenti sono una risorsa sia dal punto di vista economico, sia per quanto riguarda la vitalità e il movimento di persone che animano il centro».

E il futuro?


Se la Provincia ha spazi troppo grandi rispetto alla progressiva riduzione degli impiegati, «non è detto che sia così anche in futuro - apre nuovi scenari Biancani -, la riforma del Governo vuole portare indietro le lancette dell’orologio per la valorizzazione della politica, tornando all’elezione diretta di presidente e consiglio provinciali, restituendo assessori e competenze. Propongo quindi che la Provincia rimanga in viale Gramsci e se ha spazi in più li affitti ad altri enti pubblici. Invito a promuovere una verifica della necessità di locali da parte del Comune, per esempio. Non voglio fare i conti in tasca altrui, ma per me è importante mantenere i servizi pubblici in centro storico. Molti residenti se ne sono andati, troppi sono gli uffici sfitti, il commercio soffre, ci manca soltanto che anche questi enti abbandonino il cuore della città e siamo a posto». 


I bisogni


«La zona - conclude - ha bisogno di persone che ci abitino, di imprese che investano, di attività, negozi, bar e ristoranti, ma anche di gente che la viva da turista. La presenza dei dipendenti pubblici, così come quella dei ragazzi delle scuole, è una grande opportunità. Cercherei quindi soluzioni alternative».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA