Pesaro, scarafaggi e blatte a tavola
I ristoratori pesaresi dicono no

Dal primo gennaio rivoluzione dell'Ue a tavola
Dal primo gennaio rivoluzione dell'Ue a tavola
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 25 Ottobre 2017, 16:15
PESARO - Blatte caramellate, cimici in pastella, scorpioni, cavallette, millepiedi e ragni fritti, vermi marinati alla paprica e curry. Aperinsetti da accompagnare ai vini ma anche piatti di portata. Aspetto disgustoso o fonte di proteine dal primo gennaio 2018 sarà rivoluzione a tavola. 

Entrerà infatti in vigore il nuovo regolamento Ue sui «novel food» che riconosce gli insetti sia come nuovi alimenti che come prodotti tradizionali da Paesi Terzi, aprendo di fatto alla loro produzione e vendita anche in Italia. Ristoratori, produttori, esercenti e chef stellati riflettono sul tema, perché non è detta che qualcuno non si lanci in questo nuovo segmento del food anche a Pesaro. Non mancano però gli aspetti negativi, come evidenzia Tommaso Di Sante, presidente Coldiretti provinciale: «Il problema non è solo degli insetti a tavola, sono cose eclatanti che fanno colpo. Ma di un cambiamento culturale e delle tradizioni di un’alimentazione consolidata. La volontà di Coldiretti è quella di insistere sulla tracciabilità dei prodotti. Il mondo agricolo vuole dare trasparenza, esaltare la salubrità e la qualità del prodotto italiano per un rilancio del paese, della filiera e portare vantaggi al consumatore. . Gli insetti a tavola sono un tentativo di globalizzare un mondo che non ci appartiene come cultura enogastronomica. Noi non ci stiamo perché le regole di produzione sono diverse, arrivano da paesi con regimi che sfruttano il lavoro. Poi sarà una scelta personale mangiarli o meno, ma non ci appartengono». 

Lo chef Stefano Ciotti prepara piatti così importanti da essersi guadagnato una stella Michelin a Pesaro, è l’unico ad averla col suo Nostrano sul territorio. «Uno che prepara una cucina nostrana non utilizzerà mai determinati ingredienti. Non cucinerò mai insetti. Ma ben vengano le sperimentazioni. Ci sono alcuni insetti che danno la giusta acidità al piatto, sono come lime o limone. Possono anche rinfrescare alcune portate, ma io non li userò».

Una categoria in evoluzione come assicura il presidente dei ristoratori pesaresi. Mario Di Remigio: «La cucina è fatta di evoluzione, negli ultimi 30 anni è cambiato tutto. Gli insetti sono proteine a basso costo. Ancora nessun ristoratore della zona mi ha detto che si lancerà in questo tipo di cucina. Noi non siamo pronti culturalmente. Ma può essere un’opportunità per qualcuno, vedremo a gennaio cosa succederà. Sta tutto nella normale evoluzione del gusto. Oggi vediamo gli anziani mangiare sushi, cosa impensabile qualche anno fa». 

Amerigo Varotti, direttore Confcommercio è critico: «L’Europa ne tenta una dietro l’altra. Dal vino senza uva per compiacere alla Germania fino agli insetti. Questo va contro le tipicità dei territori. Forse sono buoni, hanno delle proprietà ma vanno contro la nostra tradizione gastronomica. Fa parte del degrado dei tempi. Penso che qui a Pesaro non sarà un fenomeno di massa, ma solo curiosità. Vedremo chi ci proverà».
© RIPRODUZIONE RISERVATA