FANO Finalmente si parte! Dopo aver compiuto tutti gli atti burocratici necessari per l’impiego dei finanziamenti ministeriali, la Soprintendenza ha consegnato l’area oggetto di indagini in via Vitruvio, alla Società di archeologia che aveva iniziato gli scavi e che aveva fatto la clamorosa scoperta di un ambiente così ricco da ipotizzarne l’appartenenza alla basilica progettata dal celebre architetto romano. Ora le ricerche, dunque, potranno ripartire.
L’impegno
Sono state finanziate da un trasferimento messo a disposizione direttamente dal Ministero della Cultura di 45.000 euro, per estendere gli scavi in tutto il cortile del caseggiato in via di ristrutturazione e quindi confermare o meno l’importanza della scoperta. Manca solo l’individuazione del responsabile della sicurezza. Si prevede che gli archeologi potranno riprendere il lavoro al massimo la settimana prossima.Tutta Fano, è in ansia di sapere, se quel vano decorato da marmi preziosi provenienti da cave che si trovano oltremare, appartenga veramente al celebre monumento, di cui Vitruvio ci ha lasciato una analitica descrizione nel suo De Architectura.
L’occasione
Per la città sarebbe la definitiva valorizzazione delle sue origini romane.
Il maltempo
L’area di scavo nel frattempo è stata coinvolta, così come tutta la città, da due furiosi temporali e, se ben protetta da robusti teli di plastica è opportuno che tutto venga messo in sicurezza, dato che basilica o non basilica, quello che è venuto alla luce, è importante per se stesso.
I grandi edifici
Il luogo del ritrovamento, in base alla topografia dell’antica Fanum Fortunae, si trova in prossimità del foro, dove prospettavano tutto gli edifici più importanti della città: prima di tutto il grande tempio, le cui rovine si trovano sotto l’ex convento di Sant’Agostino, di cui purtroppo ancora non si conosce l’identità della divinità a cui era dedicato, quindi anche la basilica progettata da Vitruvio che è stata assunta da modello non solo per le successive costruzioni romane, ma anche per molti progetti redatti dagli architetti del Rinascimento. Nota è infatti l’influenza che Vitruvio esercitò sul grande Palladio, uno dei massimi interpreti dello stile neoclassico, ripreso anche nell’Ottocento in tutto il mondo.