Investito dal furgone in retromarcia, Federico Pagani muore sul molo di Ponente di Fano

I soccorsi all’anziano da parte del 118
I soccorsi all’anziano da parte del 118
di Osvaldo Scatassi
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Venerdì 30 Giugno 2023, 00:35 - Ultimo aggiornamento: 09:42
FANO È morto ieri mattina sulla fettuccia di strada tra il porto e la spiaggia del Lido, investito da un furgone che manovrava in retromarcia mentre lui camminava sul molo di Ponente. Per Federico Pagani, ottantenne residente a San Lazzaro, era un’abitudine quasi quotidiana. Ancora qualche decina di metri e sarebbe salito sul quader, un rifugio per i pescatori sportivi dell’associazione Aps. E lì sopra quella palafitta, con il capanno e una grossa rete che si protende sul mare, Pagani avrebbe goduto come tante altre volte del sole, dell’aria buona e della compagnia di qualche amico.  


L’investimento


Non ce l’ha fatta, poco dopo le 10 di ieri è stato travolto. «È morto»: due parole agghiaccianti. Per chi le ha ascoltate, i bagnanti sotto gli ombrelloni delle file verso il molo e i soci di un vela club che si trova lì vicino, erano l’irrompere di una tragedia appena avvenuta. C’era tanta gente in quel momento, ma tutto si è compiuto in modo fulmineo: uno, forse due, i testimoni oculari che sarebbero stati ascoltati dalle forze dell’ordine. Qualcuno è accorso con un medico che si trovava in zona, purtroppo più nulla poteva essere tentato per salvare la vita dell’anziano. Nel frattempo sono sopraggiunti un’ambulanza del 118, i vigili del fuoco, i carabinieri, la guardia costiera e la polizia locale, che si è occupata degli accertamenti di legge.

Il pensionato fanese è stato investito dal furgone che, risulta dalla prima ricostruzione dell’episodio, transitava in retromarcia. Si ritiene che il conducente del mezzo, albanese di 45 anni, manovrasse per portare merci al ristorante sul molo. 


I rilievi


Alla polizia locale anche il compito di identificare la vittima, che non aveva con sé documenti di riconoscimento: il cellulare dell’anziano è stato decisivo per la dolorosa ricerca. L’accesso al molo è stato interdetto per tutta la durata dei rilievi, che si sono conclusi intorno alle 13. Notando mezzi e divise delle forze dell’ordine, soprattutto il telo bianco steso a terra, pedoni e ciclisti si fermavano di continuo sul ponte sopra il porto canale, domandando con insistenza e preoccupazione che cosa fosse successo. Federico Pagani era stato meccanico, aveva un’autofficina autorizzata a riparare i mezzi di una marca francese, ed era originario del quartiere Porto.
«Da bambini abitavamo vicino – racconta Alberto Orazi, pescatore sportivo dell’associazione Aps Fano – Tra noi c’era una differenza di pochi anni, siamo rimasti amici per tutta la vita. In comune la passione per la pesca e spesso uscivamo insieme per fare qualche battuta più al largo, sul suo piccolo motoscafo. Ci incontravamo quasi tutti i giorni al quader, ma oggi (ieri per chi legge) sono dovuto andare via prima e tutto è successo nella mezz’ora successiva. Com’era Federico? Una persona squisita. Qualche giorno fa ho perso Vittorio D’Errico, un altro grande amico, adesso questa nuova disgrazia». 

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