FANO- Entro la fine dell’anno l’associazione Agfi dovrà riconsegnare le chiavi del locale in via Froncini, in centro storico a Fano, dove dal 2003 è attivo lo sportello di ascolto per famiglie, insegnanti, operatori del sociale e persone con disabilità.
La spallata
«La chiusura di questo spazio comporterà come conseguenza anche la fine dell’esperienza legata ad Hacca Risponde, un progetto di inclusione forse troppo innovativo per essere compreso nel suo reale valore», protesta Francesca Busca, presidente di Agfi. Il progetto Hacca Risponde coinvolge dieci ragazzi fanesi con disabilità, che condividono il locale in via Froncini con lo spazio denominato Cdih (lo sportello di ascolto) per raccogliere le prenotazioni di chi voglia organizzare compleanni o altre piccole festicciole nella casetta degli scout, a Fano in via Mattei. «Rispondo di no – prosegue Busca – a chiunque ipotizzi di spostare altrove Hacca Risponde. Le caratteristiche di quello spazio, centrale e accessibile, permettono di attivare l’autonomia: una cosa importante per i dieci ragazzi coinvolti nel progetto. Possono uscire per l’acquisto di materiale necessario all’ufficio oppure prendersi una pausa caffè, solo per fare alcuni esempi. Acquisiscono competenze, anche informatiche, hanno punti di riferimento certi e l’opportunità di stimolanti relazioni sociali. Anche questo è molto importante, si attiva un percorso di rispetto e di riconoscimento nei confronti della persona con disabilità, che se ne avvantaggia.
Una lunga storia
Busca spiega che lo sportello di ascolto Cdih è stato attivato nel 2003 in convenzione con l’ambito sociale 6, ma l’accordo è scaduto il maggio scorso. «Abbiamo la possibilità di restare fino al 31 dicembre, a quella data dovremo liberare il locale e riconsegnare le chiavi», specifica Busca, aggiungendo di meravigliarsi «per l’insensibilità della città verso un progetto come Hacca Risponde, che ha finalità alte e di grande spessore, che rappresenta un valore aggiunto e che contribuisce a una crescita dell’intera comunità locale». La presidente dell’associazione Agfi spiega di avere iniziato a sollevare la scadenza della convenzione fin dal marzo scorso. «Mi sono rivolta – prosegue – a chiunque potesse avere voce in capitolo e sono andata avanti a perorare la causa anche nei mesi successivi. A ottobre sono seguiti alcuni incontri, ma nulla da fare.
La delusione
«Davvero non trovo parole adeguate per esprimere tutta la delusione che sto provando. Vorrà dire che l’associazione organizzerà una manifestazione pubblica in piazza 20 Settembre, un sit in per far valere ragioni finora del tutto inascoltate e trascurate».