Fano, mobilitazione per l'ospedale: «Il Santa Croce è stato scelto come vittima sacrificale»

L'ospedale Santa Croce di Fano
L'ospedale Santa Croce di Fano
di Osvaldo Scatassi
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Sabato 30 Settembre 2023, 02:50 - Ultimo aggiornamento: 1 Ottobre, 08:22

FANO Mobilitazione per il Santa Croce. Bene Comune chiede uno scatto a tutte le forze politiche, all’Ordine dei medici, ai cittadini e all’associazionismo: «Se non reagiamo adesso, c’è il concreto rischio che l’ospedale di Fano, già in situazione comatosa, continui a svolgere una funzione sempre più residuale», ha detto ieri Luciano Benini, un fondatore della lista civica. 

 
Pericolosa disattenzione


 

Preoccupante l’analisi sullo stato della sanità locale e altrettanto preoccupante il fatto, sottolineato a sua volta, che si percepisca in città un forte calo di attenzione verso un tema decisivo per ogni comunità.

Passano gli anni, cambiano le giunte regionali, ma il Santa Croce continua a essere considerato «il problema centrale». È stato scelto «come vittima sacrificale di un fantomatico ospedale unico», ha detto Carlo De Marchi, a sua volta fondatore di Bene Comune. Al «duo composto da Almerino Mezzolani e Luca Ceriscioli», assessore regionale alla sanità durante le giunte Spacca, l’uno, e precedente governatore marchigiano l’altro, sono attribuiti errori che tuttora producono effetti negativi. E a questo punto tocca anche al centrodestra marchigiano e alla giunta regionale. Alla «distruzione» del Santa Croce, che secondo Bene Comune ha contribuito alla sconfitta elettorale del Pd, non sta infatti seguendo la fase della ricostruzione. «La palazzina dell’emergenza è fuffa – ha sostenuto De Marchi – Al centro del servizio sanitario c’è il paziente, non i contenitori. Che cosa ci andrà nella palazzina delle emergenze? Per funzionare, bisognerebbe trasferirci almeno chirurgia, ortopedia, urologia e non semplicemente unità operative che già sono presenti in ospedale come rianimazione e terapia intensiva cardiologica.

«Tre grossi danni»


«Si tratta di avviare un processo di riparazione pensato con saggezza e non con iniziative estemporanee». L’analisi di De Marchi parte dai «tre grossi danni» provocati dalla precedente amministrazione regionale a guida Pd: spinta alla privatizzazione («Si deve essere competitivi con il privato della Romagna, potenziando il servizio pubblico»), impoverimento della rete territoriale e difficoltà di accedere ai servizi di cura. «Concentrare tutta l’attenzione sul solo servizio ospedaliero è come costruire una casa partendo dal tetto», ha esemplificato Benini. Secondo Bene Comune occorre puntare sulla ricostruzione di quel filtro che preserva anche i reparti ospedalieri e che è alla base del percorso: prevenzione – diagnosi precoce – accompagnamento al ricovero – attività chirurgica – riabilitazione.


«La genesi di tanti problemi è inoltre individuata nella scelta, nel Dna della decaduta Marche Nord, di dividere l’area medica (al Santa Croce) dall’area chirurgica al San Salvatore. «Non può esistere un ospedale – ha detto De Marchi – dove l’area medica non sia supportata da un’area chirurgica e viceversa. Di fatto tale decisione ha generato due ospedali insicuri». Sul Santa Croce gravano ulteriori rischi, per esempio i 50 posti di ortopedia chirurgica a Villa Fastiggi, invece l’ospedale fanese merita di essere potenziato. È pur sempre una struttura che serve una larga fetta della provincia, come dimostrano gli accessi al pronto soccorso «di molto superiori a Pesaro», ha sottolineato Benini. 

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