Il murale gigante di Natale Patrizi (in arte Agrà) in rete è tra i più visti al mondo

Il murale di Agrà che riproduce la battaglia del Metauro è lungo 114 metri e alto 3
Il murale di Agrà che riproduce la battaglia del Metauro è lungo 114 metri e alto 3
di Roberto Giungi
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Lunedì 27 Marzo 2023, 03:50 - Ultimo aggiornamento: 15:04

FANO - “La battaglia del Metauro”, murales di 114 metri di lunghezza per tre di altezza, fiore all’occhiello di Natale Patrizi, in arte Agrà, a Terre Roveresche è finito nel circuito di quelli più “cliccati” insieme ai ben più famosi che si trovano a New York, Berlino, Londra, San Francisco, Barcellona. 

 
Digitando su Google la frase: “i migliori murales ad affresco del mondo”, nelle primissime posizioni c’è l’opera realizzata da Agrà, voluta per iniziativa del sindaco Antonio Sebastianelli e del Comune di Terre Roveresche nella frazione di Cerbara.

Vale a dire in uno dei luoghi a ridosso del fiume Metauro dove potrebbe essersi svolta la celebre battaglia tra romani e cartaginesi nel 207 avanti Cristo. 


Per l’artista di Marotta, che per concentrarsi al meglio ha ripetutamente lavorato nelle ore notturne, si tratta di una bella soddisfazione che premia lo sforzo non solo intellettuale per un’opera monumentale adottando una tecnica tutta particolare «che mi ha permesso di utilizzare licheni ovvero piccoli vegetali molto primitivi - racconta l’artista - già presenti in quel muro, della durata negli anni ultracentenaria peraltro in grado di offrire una colorazione dinamica a secondo delle stagioni».

Ora Natale Patrizi si dice addirittura commosso per aver raggiunto un così elevato grado di popolarità sulla Rete. «Un affresco pieno di movimento - sottolinea la critica -. È come assistere ad una battaglia dal vivo tale é la carica che l’artista é riuscito ad imprimere nel riproporre l’evento che segnò la definitiva svolta della civiltà occidentale su quella orientale quando le forze cartaginesi guidate da Asdrubale Barca, fratello di Annibale, vennero prima bloccate e poi sconfitte dall’ esercito repubblicano comandato dai due consoli Marco Livio Salinatore e Gaio Claudio Nerone. Un affresco sui generis che rappresenta qualcosa di eccezionale e non solo per le sue dimensioni. 

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