Variante ex zuccherificio, il giorno del no
Severi adesso strappa col centrosinistra

Gli scheletri dei capannoni all'ex zuccherificio
Gli scheletri dei capannoni all'ex zuccherificio
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Martedì 17 Febbraio 2015, 21:44 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 09:41
FANO - E’ il compendio degli ultimi 15 anni di vita politica cittadina e delle occasioni mancate.

Oggi in consiglio comunale arriva la variante dell’area ex zuccherificio, ultimo atto di un iter iniziato più di cinque anni fa e destinato alla bocciatura perché nel frattempo è cambiata l’amministrazione comunale e al governo sono arrivati Pd e Sel che hanno sempre osteggiato questa delibera.



L’unica voce fuori del coro in maggioranza è quella del capogruppo di Noi Città, Riccardo Severi, che ha annunciato un voto a favore in coerenza con le sue scelte precedenti nelle vesti di primo collaboratore dell’ex sindaco Aguzzi, nonostante dal 2013 Severi abbia rinnegato quell’esperienza politica dimettendosi da assessore e da segretario della lista civica La Tua Fano e alleandosi col centrosinistra.



Ieri pomeriggio la variante è stato bocciata all’unanimità in commissione urbanistica, dove sono rappresentate le minoranze di Progetto Fano e M5S. Gli scheletri dei capannoni all’ex zuccherificio, come ha già rilevato Confcommercio, sono un monumento alla cattiva politica, ma anche all’arroganza e alla miopia di una certa imprenditoria. Potere politico e potere economico in questa vicenda si sono saldati in modo esemplare.



La politica non ha saputo governare il processo di conversione urbanistica di un’area industriale, strategica per lo sviluppo della città di Fano, conciliando interessi sociali confliggenti, in particolare quelli immobiliari dei principali costruttori di Fano, soci di Madonna Ponte, e quelli del commercio e della tutela del centro storico. Ma dal canto suo l’economia, che nella vicenda ha fortemente condizionato la politica, ha finito per pagare un prezzo altissimo a una strategia contraddittoria e opaca.



Infatti, dopo il concordato preventivo e l’omologazione in Tribunale del piano di ristrutturazione del debito la proprietà ora è in capo a Medioleasing di Banca Marche mentre Madonna Ponte resta come soggetto utilizzatore dell’area. L’aspetto paradossale è che ora Madonna Ponte vede frustrata una richiesta di variante che prevede 51.500 metri quadrati di area direzionale e commerciale mentre nel 2007 (quando tra i soci c’era Polo Holding) aveva chiesto e ottenuto dall’amministrazione Aguzzi di mantenere la destinazione a capannoni di 83.586 mq, azzerando la previsione nel Prg allora adottato di 28 mila mq di residenziale, 33 mila di direzione e commerciale e 20 mila di area artigianale.



Quello era il progetto Filippini, che aveva aumentato di circa 10 mila mq la previsione del Prg di Carnaroli, diversamente distribuita ma sempre a destinazione multipla. Due anni dopo la proprietà, a rielezione di Aguzzi avvenuta, chiese nell’area l’inversione a U di un grande centro commerciale, via via limato fino all’attuale previsione di 7.500 mq di superficie di vendita.
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