Carignano, le categorie e l'Udc con Latini danno l'allarme: «C’è la concessione ma è sparita la proprietà»

Carignano, le categorie e l'Udc con Latini danno l'allarme: «C’è la concessione ma è sparita la proprietà». Nella foto, da sinistra, Marcello Mei, Dino Latini, Stefano Pollegioni e Sabina Stortiero
Carignano, le categorie e l'Udc con Latini danno l'allarme: «C’è la concessione ma è sparita la proprietà». Nella foto, da sinistra, Marcello Mei, Dino Latini, Stefano Pollegioni e Sabina Stortiero
di Massimo Foghetti
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Domenica 18 Febbraio 2024, 10:34 - Ultimo aggiornamento: 12:05

FANO «Non saremo presenti per ovvie ragioni»: questa è stata la risposta che avrebbe ricevuto il segretario dell’Udc Stefano Pollegioni all’invito rivolto ai responsabili della società Gestioni spedalità private del gruppo Romani proprietaria delle Terme di Carignano di presenziare ad un incontro sul destino dell’impianto, il cui progetto ormai langue da diverso tempo.

La delusione

A destare la delusione dell’esponente politico non è stato solo il rifiuto a fare il punto sullo stato del progetto, ma anche quell’accenno ad “ovvie ragioni” che tanto ovvie non appaiono. Perché la società si è chiusa in un silenzio che al momento appare inspiegabile, tanto più che nell’ottobre del 2022, l’avvocato Natali aveva illustrato in un convegno pubblico organizzato al cinema Masetti, tutte le caratteristiche e le opportunità delle nuove terme. Che cosa è accaduto nel frattempo? A smuovere le acque, attivando allo stesso tempo anche le associazioni di categoria, si è moss« l’Udc di Fano che ieri ha organizzato un incontro nella sala di San Lazzaro con la presenza, oltre che di Pollegioni, del presidente provinciale del partito Marcello Mei e del presidente del Consiglio regionale Dino Latini.

Gli intervenuti

Sono intervenuti inoltre la presidente di Confcommercio Barbara Marcolini, il presidente degli albergatori Lucino Cecchini, il responsabile della zona di Fano per la Cna Fausto Baldarelli e la presidente del comitato Terme di Carignano Beatrice Morbidoni. Più voci per reclamare una risposta da parte della società, considerando il fatto che, come ha confermato Latini, è stato completato l’iter della concessione delle acque termali: un bene demaniale da preservare.

«Invece – ha sottolineato Pollegioni – ora nella piana di Carignano tutto è in malora.

Le strutture si vanno degradando, le recinzioni appaiono divelte e tutto fornisce un’impressione di grande squallore». Come prima dell’acquisto delle terme all’asta del Tribunale di Pesaro nel dicembre 2020. «La valorizzazione delle terme di Carignano – ha aggiunto Latini – costituisce un obiettivo primario anche per la Regione che ha cercato di assecondare il più possibile l’investimento del gruppo Romani. Per quanto riguarda le autorizzazioni di competenza della Regione non esistono problemi ma c’è anche un impegno sulla compartecipazione prima di tutto ideale, ma anche di indirizzo politico in termini di contributi: la Regione mette a disposizione i bandi per il turismo e la promozione dell’impenditoria attraverso i fondi di coesione».

I contributi pubblici

La strada dunque dovrebbe essere spianata e per questo appare sempre più strano o almeno immotivato l’atteggiamento della società. Il problema coinvolge anche i residenti di altri comuni, per cui la presidente del consiglio comunale di Terre Roveresche Sabina Stortiero si è unita alle richieste del gruppo, considerando anche il fatto che l’avvio dello stabilimento avrebbe comportato la creazione di nuovi 750 posti di lavoro. Per Barbara Marcolini la riapertura delle terme creerebbe una nuova opportunità per lo sviluppo di tutta l’economia fanese; mentre per Fausto Baldarelli la prova del fuoco delle reali intenzioni della ditta si avrebbero il 20 febbraio quando scade il termine di presentazione delle osservazioni al Prg.

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