Allarme del sindaco di Fano per il Santa Croce: «Non toglieteci gastroenterologia, sarebbe l'inizio della fine. La Regione faccia scelte condivise»

Allarme del sindaco Seri per il Santa Croce: «Non toglieteci gastroenterologia, sarebbe l'inizio della fine. La Regione faccia scelte condivise»
Allarme del sindaco Seri per il Santa Croce: «Non toglieteci gastroenterologia, sarebbe l'inizio della fine. La Regione faccia scelte condivise»
di Lorenzo Furlani
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Venerdì 21 Aprile 2023, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 09:20

FANO - Criticità e problemi sì, linee strategiche anche, ma le soluzioni no, mentre dal Santa Croce rimbalzano voci su un prossimo depauperamento dei servizi. La presentazione del piano socio sanitario avvenuta lunedì scorso ai portatori di interesse del distretto sanitario di Fano è stata l’occasione da parte della Regione (presenti Acquaroli, Saltamartini, Baldelli e Aguzzi) per ribadire l’emergenza della mobilità passiva, che toglie risorse alla sanità regionale (146 milioni di euro complessivi in un anno di cui 41 milioni per la provincia di Pesaro Urbino, secondo i dati comunicati), e per rilanciare gli impegni per i fabbisogni di salute dei cittadini da soddisfare nel territorio, recuperando le prestazioni ora erogate da altre regioni, in particolare dal privato convenzionato dell’Emilia Romagna. 

«Piano ancora non redatto»

Ma non sono state comunicate le scelte operative del piano sull’assegnazione delle risorse, ovvero la dotazione dei posti letto da riequilibrare, la distribuzione dei reparti ospedalieri ex azienda Marche Nord tra Fano e Pesaro, i servizi da implementare negli ospedali e nelle case di comunità. Di questo vuoto il sindaco Massimo Seri, che già alla vigilia dell’incontro si era lamentato perché Fano era finita ultima nell’ordine di priorità delle consultazioni, intende approfittare per rilanciare le proposte della città sulla spinta dell’ultimo allarme sull’impoverimento dell'ospedale.

«La presentazione del piano sanitario a Fano non c’è stata - commenta -. Nulla di nuovo è stato detto. La Regione ha semplicemente presentato una fotografia interessante dei dati, ma la verità è che un vero piano ancora non è stato redatto. C’è un vuoto da colmare con la condivisione di una progettualità che tuteli la salute e metta al centro il territorio con proposte adeguate. Serve il dialogo istituzionale per la riorganizzazione territoriale senza compiere penalizzazioni».

Le voci dell'ambiente sanitario

Il pungolo al sindaco di Fano viene da umori e indiscrezioni che trapelano dall’ambiente ospedaliero. «Sono preoccupato - dice chiaramente - vedendo lo scenario allarmante che si sta delineando.

L’ospedale di Fano non deve diventare l’agnello sacrificale. Se guardiamo Pesaro, il San Salvatore, oltre a varie eccellenze, ha l’hub di chirurgia, Urbino ha tutte le discipline di un ospedale di primo livello. E il Santa Croce di Fano non può essere depauperato di servizi».

«Non accetto compromessi»

Il sindaco Seri parla di un timore preciso e lancia un avvertimento, sottolineando di non accettare al riguardo compromessi. «Ho il sospetto che il reparto di gastroenterologia venga trasferito al San Salvatore - afferma -. Una scelta che si potrebbe compiere dopo l’estate. Sarebbe un errore gravissimo, che non accetterei. Sarebbe l’inizio della fine. Infatti, si innescherebbe un effetto domino in cui altri reparti presenti a Fano, come pneumologia, neurologia in primis e stroke unit, seguirebbero lo stesso percorso. Voglio scongiurare questa ipotesi. Il reparto deve rimanere al Santa Croce».

I 50 posti letto di ortopedia

Ma non è tutto. In ballo ci sono anche i 50 posti letto di ortopedia assegnati da quasi 5 anni sulla carta alla clinica privata di Chiaruccia, che non si costruirà più. «Ribadisco - puntualizza Massimo Seri - che quella dotazione deve essere indirizzata nel nostro ospedale per ortopedia». Posti letto pubblici che costituirebbero un volano per lo sviluppo del territorio anche in relazione all’investimento privato programmato sulle terme di Carignano, in particolare per le facoltà riabilitative di una delle acque termali.

«Pronto soccorso da tutelare»

«Ma sia chiaro - continua il sindaco - che l’assegnazione di questi posti letto non basta, altrimenti ci troveremmo solo una cattedrale nel deserto. Va organizzata una filiera sanitaria che sappia relazionarsi anche con le strutture convenzionate che non devono essere alternative, bensì integrate. Quando parliamo di pronto soccorso, inoltre, serve onestà intellettuale. Dobbiamo offrire la garanzia che la struttura di primo intervento sia sicura e abbia alle spalle risorse adeguate, come un cardiologo o la stroke unit. Corriamo il rischio che Fano possa pagare l’emigrazione di professionalità dirottate su altri centri sanitari del territorio. Se questo accadesse, le promesse della giunta regionale finirebbero per essere fumo e a quel punto cadrebbe una maschera».

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