Muore sotto gli occhi del figlio

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Venerdì 26 Agosto 2016, 05:00
IL DRAMMAARQUATA Il giorno dopo la tragedia è, forse, ancor più difficile da affrontare rispetto a quello in cui in pochi secondi una scossa dalla forza dirompente ha cambiato inesorabilmente la vita di quanti alle 3,36 di mercoledì mattina si trovava ad Arquata e nelle frazioni vicine. Tra loro c'era anche Giulio Celani, molto conosciuto anche ad Ascoli per essere il titolare, insieme con i fratelli ed il cugino, della omonima ditta di traslochi. Giulio non ce l'ha fatta, è morto a quasi cinquantaquattro anni dopo essere rimasto per oltre dieci ore sotto le macerie, così come i suoceri - deceduti anche loro - e la moglie che invece si è salvata anche se è rimasta ferita gravemente.
Il racconto
E' scampato alla tragedia il figlio Luciano che, fortunatamente, era rimasto a dormire in Ascoli per andare a cena con alcuni amici. Giulio Celani era originario di Capodacqua e, così come i fratelli ed altri parenti, possedeva una casa nella frazione all'ombra dei Sibillini dove solitamente amava rilassarsi e riposarsi. Martedì sera, però, le cose sono andate diversamente. «Insieme con la moglie Ersilia Rendina, Giulio aveva deciso di rimanere a dormire nella casa dei suoceri a Pescara del Tronto - racconta il cugino Roberto, anch'egli uno dei titolari dell'impresa di traslochi -. Ma il terremoto in pochi secondi ha spazzato via l'intera frazione». Subito dopo il sisma Roberto Celani, preoccupato per le sorti della mamma, aveva deciso di recarsi a Capodacqua per sincerarsi che stesse bene. «Quando sono arrivato a Pescara sono rimasto bloccato e qui ho incontrato il fratello di Giulio che mi ha raccontato quello che era accaduto».
I soccorsi
Sono scattate scattati immediatamente i soccorsi coordinati da una squadra dei vigili del fuoco di Pescara a cui hanno partecipato anche gli uomini del soccorso alpino e alcuni volontari arrivati sul posto poco dopo il disastro. Tra loro anche alcuni ultras dell'Ascoli che, dopo aver imbracciato pale e picconi, non si sono risparmiati nel cercare di estrarre dalle macerie i tanti che erano rimasti intrappolati. «Ci abbiamo messo un po' ad individuare la casa dove si trovava Giulio - racconta il cugino -, non è stato facile perchè la casa era andata distrutta e tutto intorno era un cumulo di macerie. Quando lo abbiamo trovato, Giulio era ancora vivo e parlava con i soccorritori». I solai della palazzina a due piani avevano ceduto di schianto sotto la forza distruttiva del sisma e tutti coloro che in quel momento erano dentro l'abitazione sono stati sommersi dai detriti. «I vigili del fuoco insieme agli altri soccorritori hanno scavato per ore per tirare fuori Giulio che era rimasto schiacciato da un trave - ricorda Roberto Celani -. Intorno alle 16 sono riusciti ad estrarlo ma purtroppo poco dopo è morto». La moglie Ersilia, invece, ce l'ha fatta ed è stata trasportata all'ospedale di San Benedetto dove è tutt'ora ricoverata. La donna, oltre al marito, ha perso anche il padre e la madre.
Luigi Miozzi
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