ANCONA Non passa lo straniero, se porta cibi e bevande spacciati per italiani, anche della nostra regione, come il Verdicchio prodotto con le polverine o finte cernie dell’Adriatico che arrivano in realtà dal Senegal. Oltre 400 agricoltori marchigiani stanno partecipando alla due giorni al Brennero per difendere i confini dal “Fake in Italy”.
È la manifestazione organizzata da Coldiretti, nelle giornate di ieri e oggi, «per fermare l’invasione di prodotti alimentari stranieri spacciati per italiani - informa l’associazione dei coltivatori - che mettono a rischio la salute dei cittadini e in difficoltà l’economia nazionale attraverso un dumping spesso fatto di leggi più blande su sicurezza alimentare, tutela ambientale e diritti dei lavoratori».
Solo nelle Marche negli ultimi 10 anni le importazioni agroalimentari dall’estero sono aumentate del 75% superando, nel 2023, quota 662,5 milioni di euro. Oltre il 60% riguarda la zootecnia, la pesca e i settori di trasformazione con gli scaffali “invasi” da carni fresche, pesce, crostacei, prodotti ittici lavorati, salumi ma anche latte, yogurt e formaggi che, a prezzi inferiori, fanno concorrenza sleale alle produzioni italiane. I marchigiani, guidati dalla presidente regionale Coldiretti Maria Letizia Gardoni, sono al fianco delle forze dell’ordine nelle verifiche sul contenuto di tir, camion frigo, autobotti.
La reciprocità
«C’è il tema della reciprocità – commenta la presidente Gardoni – per cui chiediamo siano rispettate le stessenorme da paese a paese per avere un mercato veramente libero e privo di distorsioni che penalizzano i produttori italiani, e c’è il tema della trasparenza.
Etichette taroccate
Sulle piattaforme di commercio online sono facilmente reperibili wine box per produrre Verdicchio dei Castelli di Jesi con acqua e polverine con tanto di etichette da applicare in bottiglia. Fake come i Salamini alla cacciatora dop (prodotti anche con carni suine di allevamenti marchigiani) che gli ispettori dell’Icqrf hanno individuato in una quarantina di casi o come la brotola barbata del Senegal spacciata per cernia dell’Adriatico sequestrata nel 2023 dalla Guardia Costiera. Cibi e le bevande stranieri sono mediamente assai più pericolosi di quelli made in Italy, osserva Coldiretti riportando un dato del Rapporto Efsa 2023 sui pesticidi: residui chimici oltre i limiti sono stati rilevati sul 6,4% nei prodotti di importazione conro lo 0,6% nei campioni di origine nazionale.