Sanzio, ora un piano B per il dopo-Aeroitalia. Diplomazie al lavoro per trovare una nuova compagnia. Il nodo del bando

Sanzio, ora un piano B per il dopo-Aeroitalia. Diplomazie al lavoro per trovare una nuova compagnia. Il nodo del bando
Sanzio, ora un piano B per il dopo-Aeroitalia. Diplomazie al lavoro per trovare una nuova compagnia. Il nodo del bando
di Lorenzo Sconocchini
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Domenica 7 Gennaio 2024, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 8 Gennaio, 07:12

ANCONA «Non può essere un contratto di marketing a compromettere l'immagine dell'aeroporto». Già dal tono della voce, quello di chi cerca di rassicurare davanti a una prospettiva che preoccupa, il governatore Francesco Acquaroli delinea nel videomessaggio diffuso via social venerdì pomeriggio una strategia d’uscita dalla crisi sancita dalla rottura con Aeroitalia, consumata per il contratto non andato a buon fine con l’Atim: salvare l’immagine dell’aeroporto delle Marche, non compromettere la sua credibilità con questa storia pasticciata di ritardi, voli soppressi e scambi d’accuse, preparare un piano B per la gestione della continuità territoriale, i voli interni a prezzo calmierato, sostenuti con fondi pubblici, autorizzati dall’Unione europea per spezzare l’isolamento infrastrutturale delle Marche.  

Dopo tre mesi di gestione dei voli di continuità territoriale per Milano, Roma e Napoli, la compagnia area guidata da Gaetano Intrieri ha annunciato l’intenzione di mollare il Sanzio non appena gli obblighi assunti con il bando dell’Enec glielo consentirà, ovvero dal primo ottobre.

Maxi-risarcimento

Difficile immaginare che Intrieri ci ripensi, viste le bellicose dichiarazioni pubbliche contro l’agenzia regionale di promozione turistica Atim e l’annuncio di una richiesta di risarcimento da 25 milioni.

Visti i toni delle conferenze stampa incrociate di Intrieri e del direttore Atim Bruschini, non si vedono al momento minimi spiragli per una ricomposizione o di un ripensamento di Aeroitalia, in cambio magari di un rialzo delle contribuzioni pubbliche previste nei bandi triennali emessi dall’Enac per le tre rotte, in tutto più di 20 milioni.

Obbligo di preavviso

Non resta che attendere tre mesi, perché se è vero che il contratto permette ad Aerotitalia di chiudere i rapporti dopo un anno, serve un preavviso di sei mesi. Dunque a fine marzo sapremo per certo se Aeroitalia lascerà il Sanzio dal primo ottobre 2024. E dopo? «La continuità territoriale per tre anni non è in discussione», ha chiarito Acquaroli nel video messaggio. Ma con quali aerei? Ecco allora che le diplomazie istituzionali, ciascuna con i propri contatti, sono già al lavoro per il dopo Aeroitalia.

L’Enac, in caso di recesso anticipato, dovrà emanare dei nuovi bandi per la continuità territoriale.

Non ci vorrà molto, dai tre ai sei mesi, perché il grosso del lavoro era stato fatto dalla Regione con i dossier necessari per ottenere dall’Unione europea il via libera alla continuità territoriale, che consente di sostenere con aiuti pubblici i voli a prezzo calmierato in una regione come la nostra che soffre di un isolamento infrastrutturale. La copertura finanziaria dell’operazione (23,3 milioni tra il 2023 e il 2025) è stata garantita da Governo (14,1 milioni) e Regione (9,5 milioni).

Le risorse stanziate

Ma basteranno, queste risorse già stanziate, a convincere altri operatori a partecipare all’eventuale bando bis dell’Enac? O non saranno scoraggiate, altre compagnie, dall’esperienza di Aeroitalia (unico operatore ad aver partecipato al bando Enac) che nel primo mese di voli di continuità dal Sanzio ha riempito solo al 25% i suoi velivoli? Si è parlato nei giorni scorsi di un possibile interessamento di Sky Alps, compagnia aerea regionale italiana con hub all’aeroporto di Bolzano, ma siamo ai primi abboccamenti. Dipenderà dal nuovo bando, che in teoria (ma servono risorse aggiuntive) potrebbe essere più appetibile del primo.

Il problema della sostenibilità ecomica dei voli di continuità, ora esplosa con il caso Aeroitalia-Atim, aveva già indotto la cordata marchigiana di Kairos, fondata da imprenditori locali proprio per sostenere i voli interni, a tirarsi indietro. «Nel bando dell’Enac - ha ricordato di recente l’imprenditore fabrianese Francesco Merloni - le tariffe erano troppo basse. Insostenibili, non remunerative. Rinunciammo a partecipare». Intrieri ha provato a realizzare economie di scala facendo volare i suoi aerei (due basati al Sanzio) anche in altre destinazioni, come Barcellona, volo che però dal 19 gennaio sarà sospeso. Ha cercato di integrare gli introiti con i fondi dell’Atim per la promozione della campagna Let’s Marche, ma è finita come sappiamo. E adesso? «Dobbiamo salvaguardare la credibilità del nostro aeroporto, che è in salute, come dimostrano i 530mila passeggeri di quest’anno», aveva detto Acquaroli anche alla conferenza stampa di fine anno. E i prossimi tre mesi saranno decisivi.

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