Sandro Assenti, Confesercenti Marche: «Tra termini e proroghe è il caos sulla Bolkestein»

Sandro Assenti, Confesercenti Marche: «Tra termini e proroghe è il caos sulla Bolkestein»
Sandro Assenti, Confesercenti Marche: «Tra termini e proroghe è il caos sulla Bolkestein»
di Véronique Angeletti
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Lunedì 8 Aprile 2024, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 15:17

Tornano in piazza i balneari con una manifestazione nazionale, giovedì a Roma, contro la legge Bolkestein, la direttiva europea che impone di mettere a gara tutte le concessioni demaniali.

Sandro Assenti, presidente Confesercenti Marche e imprenditore balneare a San Benedetto del Tronto, lei ci sarà? 
«Certo. Come associazione di categoria e con molte sigle sindacali saremo in piazza Santi Apostoli, alle 11, per difendere non solo le aziende, ma il modello di balneazione attrezzata tipicamente italiana che il mondo intero ci invidia. Cercheremo di attirare l’attenzione del governo Meloni sull’urgenza soprattutto di nominare una commissione specifica e di emanare un atto normativo che fissi la durata delle concessioni demaniali marittime vigenti e faccia da guida alle amministrazioni comunali e regionali». 

 
Come siamo arrivati fin qui? 
«Tutto nasce dalla Direttiva europea Bolkestein sui servizi del 2006, recepita in Italia nel 2010. Il suo obiettivo è favorire la libera circolazione dei servizi e l’abbattimento delle barriere tra i vari Paesi, affinché qualsiasi cittadino della Ue possa proporre ed esercitare all’interno dell’Unione la propria attività. La direttiva contiene l’articolo 12: stabilisce che, laddove il numero delle concessioni sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali, il rilascio deve avvenire tramite gara, per una durata limitata, senza rinnovo automatico e senza preferenze per il precedente concessionario. Con la possibilità di parziali deroghe rispetto ai già menzionati principi solo in particolari settori e per particolari esigenze di interesse pubblico». 

Tutto il contrario di quanto si è sempre fatto in Italia con le concessioni demaniali? 
«Esatto.

I balneari hanno sempre lavorato, è fondamentale sottolinearlo, autorizzati dal Codice della Navigazione, che prevedeva la proroga automatica della concessione. Una tutela che ha spinto a investire sulle spiagge ed è così che con la loro professionalità, la loro energia, le loro idee e il loro denaro, quegli imprenditori hanno creato, dal nulla, il turismo balneare, tuttora principale motore della vacanza in Italia».

Oggi a che punto siamo? 
«A un momento decisivo. L’ultima scadenza è a dicembre 2024: è stata fissata dal Decreto Milleproroghe del governo Meloni che sta lavorando per completare la mappatura delle spiagge libere e occupate». 

La mappa che dimostrebbe lo stato delle risorse della costa?
«E dei beni demaniali. Il Governo ha chiesto una proroga di qualche mese per poterla completare e inviare il parere motivato sul dossier delle concessioni balneari richiesto dalla Commissione europea a novembre scorso. Ma dal censimento risulta già che solo un terzo della costa è in concessione, quindi il 67% delle spiagge sono libere e si potrebbe evitare di applicare la Bolkestein sulle concessioni esistenti, agendo invece sulle concessioni libere. Ma questo non cancella il fatto che, a oggi, la data di scadenza per le concessioni delle spiagge è fissata al 31 dicembre 2024, il che sta provocando un caos nei Comuni». 

Di cosa avete bisogno? 
«Di una normativa che indichi ai Municipi come pubblicare i bandi che tutelano gli attuali gestori. Chiediamo indirizzi certi sulla futura scelta dell’assegnazione delle concessioni demaniali, prendendo atto degli investimenti, dell’esperienza e della capacità imprenditoriale degli attuali concessionari». 

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