ANCONA - Uno scivolone che gli vale la pubblica «condanna» nell’aula del Consiglio regionale e che fa traballare il suo ruolo di capogruppo del Pd. Il day after di Maurizio Mangialardi - dopo la storia su Instagram in cui Matteo Salvini e Marine Le Pen compaiono a testa in giù, rimbalzata sui social nella giornata che celebra la liberazione dal nazifascismo – è partito in salita, con una riunione del gruppo dem per capire come gestire la patata bollente, dopo che la bufera è assurta agli onori delle cronache nazionali.
L’ipotesi passo indietro
Nella tarda serata di lunedì era anche ventilata l’ipotesi che potesse rimettere il mandato di capogruppo, cosa che poi non si è verificata.
Le critiche
Poi la sibillina conclusione: «Rispondo solo al mio gruppo per il ruolo che ho e se devo rimettere il mandato lo faccio per loro. Non può essere quest’Aula a prendere provvedimenti ma lo deve fare chi mi ha dato la fiducia». Da qui un dibattito di quasi tre ore. Tra gli interventi, quello del capogruppo FdI Carlo Ciccioli, che ha puntato il dito contro «la politica dei due pesi e delle due misure portata avanti dal Pd: se dopo la vittoria di Orban avesse fatto un post con una foto di Letta a testa in giù sarebbe scattato il linciaggio nei miei confronti», mentre per Marco Marinangeli (Lega) «non è un processo a Mangialardi, ma la censura di un atto che ha le caratteristiche per essere condannato ed anzi mi sorprende che non ci sia una vera e propria ammissione di colpa ma solo delle scuse fuori posto». Il gruppo dem ha fatto scudo a Mangialardi, con Romano Carancini che ha sottolineato come «in questi 18 mesi abbia tenuto sempre una condotta di correttezza istituzionali», mentre Andrea Biancani ha ritenuto la mozione «una speculazione politica che viene portata in Aula in maniera illegittima e creando un precedente gravissimo». Fabrizio Cesetti ha infine osservato come «Mangialardi abbia fatto uno scivolone nel metodo ma non nel merito perché non c’è odio nel suo post e in ogni caso non si possono censurare le opinioni di un consigliere».