ANCONA - Arriva l’estate e come ogni anno cresce la domanda di lavoro, alimentata soprattutto dalle attività stagionali, specie nel turismo e nella ristorazione. Per la stagione da poco iniziata le imprese marchigiane potrebbero stipulare quasi 40mila contratti d’assunzione, nella maggior parte a tempo determinato, ma in oltre 4 casi su 10 le figure professionali richieste sono difficili da reperire. Solo nel mese di giugno - secondo l’ultimo rapporto del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere-Anpal che fornisce mensilmente le previsioni - sono 17.850 i contratti di lavoro che le imprese marchigiane dell’industria e dei servizi hanno in programma di attivare.
La stagionalità
«Come di consueto avviene nel mese che apre l’estate - si legge nel rapporto di giugno - le previsioni sono in crescita rispetto a maggio (+39,9%), mentre il confronto con il corrispondente mese di giugno del 2022 presenta un moderato calo (-3,1%)», mentre a livello nazionale l’andamento tendenziale mensile segna un +1,5% su base annua. Allargando la proiezione al trimestre giugno-agosto, nella nostra regione le previsioni sono di 38.780 contratti di lavoro da attivare (+1,3% rispetto allo stesso periodo del 2022).
Le entrate
Nelle Marche le entrate previste per l’industria sono a giugno 5.270, in leggerissimo calo sullo stesso mese del 2022 (-0,6%), con frenate quasi impercettibili sia nelle industrie manifatturiere e public utilities (4.150 entrate programmate, -0,2%), sia delle costruzioni (1.130 entrate previste, -1,7%). Esaminando i servizi (12.570 le entrate complessivamente previste, -4,2%), solo per il commercio (1.900 entrate programmate) la previsione ha segno positivo rispetto a giugno 2022 (+3,8%), mentre il trend è sfavorevole per il turismo (6.200 entrate previste, -2,1%) per i servizi alle imprese (1.940, -11,8%) e per i servizi alle persone (2.540, -8,3%). «Il settore turistico - osservano gli analisti di Excelsior - mostra però un livello di entrate programmate di gran lunga più elevato degli altri e contribuisce per oltre un terzo alle entrate regionali complessive del mese».
A livello provinciale in crescita risulterebbero Pesaro Urbino (4.810 entrate programmate, +3,2%) e Fermo (1.820, +9,6%), mentre registrano segni negativi Ancona (5.560, -5%), Ascoli Piceno (2.800, -1,8%) e in particolare Macerata (2.860, -16,1%).
Resta rilevante, riguardando il 44,2% dei casi, la difficoltà di reperimento che le imprese marchigiane prefigurano per i contratti di cui programmano l’attivazione a giugno. Ma siamo comunque a una percentuale più bassa sia rispetto alla media italiana (46%), che a quella del mese di maggio nella nostra regione(47,9%). Siamo invece, con il 44,2%, a una difficoltà di reperimento nelle Marche più elevata a confronto con il valore di un anno prima (era il 38,3% a giugno 2022).
Che fatica
Ma perché le imprese fanno fatica a reclutare le figure ricercate? La mancanza di candidati si conferma la motivazione principale: a giugno riguarda il 29,1% dei casi contro il 12,2% riconducibile alla preparazione inadeguata dei candidati. La difficoltà di reperimento supera il 70% dei casi per alcune figura professionali a partire dai tecnici dell’organizzazione e dell’amministrazione delle attività produttive (150 le entrate previste, con il 79,2% di difficoltà di reperimento), per continuare con gli operai specializzati del tessile e abbigliamento (240, 77,2%), i fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (380, 76,6%), gli operai specializzati nell’installazione di attrezzature elettriche o elettroniche (180, 76,1%).