Spacca si candida e sfida il Pd
"Sfiducia? Si vedrà in Consiglio"

Spacca si candida e sfida il Pd "Sfiducia? Si vedrà in Consiglio"
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Sabato 21 Marzo 2015, 19:56 - Ultimo aggiornamento: 22 Marzo, 11:37
ANCONA - Il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca rompe con il centrosinistra e si ricandida per il terzo mandato alla testa di una formazione centrista: il suo partito Marche 2020, fondato da lui e dal presidente del Consiglio regionale Vittoriano Solazzi come associazione politico-culturale, e in prospettiva Area Popolare, il soggetto politico ma non ancora giuridico, formato da Ncd e Udc. Il Pd grida al «tradimento» e gli chiede di trarre le conseguenze dalla sua scelta. Il coordinatore nazionale degli alfaniani Gaetano Quagliariello ha già ufficializzato, anche a nome del segretario dell'Udc Lorenzo Cesa, il sostegno di Ap al progetto di Spacca. La discesa in campo oggi in una conferenza stampa, dopo due convention e mesi di attesa.













Spacca al momento è l'unico candidato governatore espresso dal centro in Italia: restano da definire a breve varie questioni relative appunto alla creazione di Ap, e per le Marche, la posizione di una parte della dirigenza regionale dell'Udc che vorrebbe confermare l'alleanza di centrosinistra con il Pd. «Aspettiamo Ap e intanto veniamo facendo» ha detto oggi il governatore, citando un vecchio detto marchigiano. «Oggi - ha aggiunto - partiamo con Marche 2020 e con un candidato che sono io. Metto a disposizione la mia persona per un percorso di condivisione e verifica con altre liste e candidati, per fare le Marche più forti. Mi sembra corretto e naturale vista la mia esperienza». È la sua esperienza alla guida della Regione per dieci anni - racconta - e quella con l'associazione Marche 2020 a spingerlo a mettersi a disposizione: la convinzione che, nella prospettiva di «anni di crisi ancora più difficili di quelli che abbiamo vissuto» e di un ridimensionamento di importanza, ruolo e risorse delle Regioni, le istituzioni debbano «aprirsi alla comunità regionale». Più tranchant il giudizio di Solazzi: «non possiamo consegnare l'istituzione Regione alla burocrazia di un partito». Cioè il Pd, che ha rifiutato di ricandidare Spacca e ha detto no alle sue proposte politico-programmatiche. La proposta di Spacca e Solazzi è aperta a varie anime politiche (dal cattolicesimo popolare, al riformismo, al socialismo, ai moderati, ai civici) ma soprattutto «ai cittadini». Il governatore, che in un certo senso torna a casa (viene dal Ppi e dalla Margherita, è stato iscritto al Pd «per tre anni»), spera che ci sia un dibattito «sereno, serio ed equilibrato», in particolare vuole fare chiarezza con il candidato del centrosinistra Luca Ceriscioli (Pd) sulle risorse della Regione. Ma non si illude. E infatti la reazione del Pd è uno tsunami di dichiarazioni incandescenti: «vergogna» tuona il segretario regionale Francesco Comi, mentre lo stesso Ceriscioli paragona governatore e presidente del Consiglio regionale a «Razzi e Scilipoti» e il capogruppo regionale Mirco Ricci lo invita a «trarre le conseguenze». Ma Spacca non ritiene di dover dare le dimissioni, perchè «la legislatura è finita. Sfiducia? Si vedrà in Consiglio regionale». Intanto il centrodestra (Fi, Fdi-An e Lega) si prepara a bordo campo. Il coordinatore di Fi Remigio Ceroni è pronto ad un accordo «subito». E la proposta programmatica di Marche 2020 potrebbe piacere ad uno schieramento conservatore: tornare a creare reddito, centralità dell'impresa, sicurezza sui livelli assistenziali in collaborazione tra pubblico e privato, semplificazione. In serata intanto Spacca va a Rivisondoli per una manifestazione di Ncd per svolgere una relazione su uno dei maggiori risultati del suo governo: l'istituzione della Macroregione Adriatico-Ionica.
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