Marche spopolate: le nascite si sono dimezzate negli ultimi 15 anni

Marche spopolate: le nascite si sono dimezzate negli ultimi 15 anni
Marche spopolate: le nascite si sono dimezzate negli ultimi 15 anni
di Lorenzo Sconocchini
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Giovedì 29 Giugno 2023, 11:31 - Ultimo aggiornamento: 11:34

ANCONA La popolazione marchigiana continua a scendere, come se scivolasse lungo un piano inclinato, ma per fortuna si è fermato l’effetto Covid e il dato della mortalità è meno preoccupante, con oltre 800 decessi in meno registrati nel primo quadrimestre dell’anno rispetto al periodo corrispondente del 2022.

Nonostante siano ormai sfumati gli effetti della pandemia, che per tre anni avevano fatto impennare la curva della mortalità, nelle Marche il saldo naturale resta in profondo rosso e fino al 30 aprile scorso - data dell’ultimo aggiornamento mensile dell’Istat sull’andamento demografico mensile - faceva segnare per il 2023 un -3.405, dato dalla differenza tra i 6.086 morti del quadrimestre e i 2.681 nati. 


Culle vuote


Le culle nelle Marche continuano a restare sempre più vuote, con nascite in frenata anche rispetto al primo quadrimestre dell’anno scorso (-25) quando già si gridava da tempo all’allarme denatalità.

Tra il 2007 e il 2010, per capire quanto sia rapida la decrescita, i nati nelle Marche avevano oscillato tra i 14.000 e i 14.600, con una media mensile intorno ai 1.200, mentre il trend di questo primo quadrimestre ‘23 si attesta intorno ai 670. Le nascite nelle Marche, nel giro di neanche 15 anni, si sono dimezzate. E ad arginare l’emorragia di residenti, che altrimenti rischierebbe di prendere una deriva da spopolamento rapido, provvede per fortuna una mantenuta capacità delle Marche di essere attrattive verso residenti di altre regioni o dall’estero. Il saldo migratorio nel primo quadrimestre è ancora positivo, con un +1.449 nel rapporto tra ingressi e uscite, un saldo largamente più favorevole rispetto a quello dello stesso periodo del 2022, che faceva segnare un +905.


I flussi


Ma i flussi migratori, per quanto in ripresa, sono ben lontani dall’ammortizzare gli effetti del saldo naturale negativo per la nostra Regione, che continua a vedersi assottigliate le fila dei residenti: in quattro mesi ne abbiamo persi quasi 2mila. Già per l’anno scorso il report dell’Istat sull’andamento demografico segnava per le Marche, scese da 1.487.150 a 1.480.839 abitanti, il risultato peggiore dal 2002 in avanti. In un solo anno si erano persi 6.300 abitanti, un comune come Camerino. E allargando la visuale su un periodo più lungo, intorno al decennio, mancano all’appello 66.272 residenti, confrontando il dato attuale con quello del primo gennaio 2023. Colpa soprattutto dell’inverno demografico che non accenna a passare, il calo di natalità che nelle Marche colpisce più che altre zone d’Italia.

Nel corso del 2022 le nascite nella nostra regione erano state 8.779 (443 in meno rispetto al 2021) neanche la metà dei morti, 19.620, che pure avevano frenato leggermente (110 in meno) rispetto al 2021, un anno ancora pesantemente segnato dall’emergenza Covid. Per fortuna ora il carico dell’epidemia è quasi del tutto sfumato, con 140 casi di decessi correlati al Covid registrati nelle Marche dal primo gennaio al 30 aprile, un bilancio sempre doloroso ma trascurabile rispetto al bagno di lutti delle fasi più calde dell’emergenza sanitaria. Pesa però il calo della natalità nelle Marche, che già nel bilancio annuale 2022 (4,8% su base annua) era molto più sostenuto della media italiana, al -1,9%.

Anche in questo quadrimestre il calo demografico colpisce sia i piccoli comuni che le città più grandi. Cinque capoluoghi di provincia su 6 (sdoppiando Pesaro e Urbino) fanno registrare nel primo quadrimestre un saldo negativo: Ancona perde 56 residenti e scende a 98.300, Pesaro va a 95.330 (-46), Urbino è a 13.724 (-10), Fermo scende a 35.738 (-51) mentre Ascoli Piceno ha il calo più pronunciato (-144) planando a 45.427 residenti. Fa eccezione Macerata, in lieve risalita (+5) a quota 40.501.

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