ANCONA È il simbolo marchigiano della lotta alla criminalità organizzata. Il primo bene confiscato alle mafie (nel lontano 2001) nella nostra regione. E ora rischia di trasformarsi in un rudere senza futuro. Parliamo della Fattoria della legalità all’Isola del Piano, comune di meno di 600 anime nel Pesarese, dove si svolgono attività didattiche con gite di studenti e campagne di sensibilizzazione sul tema. In quell’edificio abita anche una famiglia.
Nel 2020, la giunta Ceriscioli aveva messo a bilancio 240mila euro per la sua ristrutturazione dato che, con il passare del tempo, la struttura aveva iniziato a versare in pessime condizioni.
Nulla si è mosso
A oltre tre anni di distanza, tuttavia, quei soldi non si sono ancora visti. «Abbiamo bisogno di vedere una luce accesa nella Fattoria per non pensare che la criminalità abbia vinto», il monito di Paolini. «Conosco la questione e nessuno è a favore dell'illegalità - l’osservazione del presidente Acquaroli, che ha assicurato, ancora una volta -: quando ci sarà l'occasione il contributo verrà reinserito nel Bilancio», ricordando le urgenze che si sono susseguite nelle Marche tra cui l'alluvione «che ha drenato circa 7 milioni di euro l'anno». «I soldi per finanziare il ruzzodromo o il Saltarello li trovano però», la stoccata al vetriolo del capogruppo del Pd Maurizio Mangialardi. Rincara la dose la consigliera dem Micaela Vitri: «Per il recupero dei beni confiscati nel 2023 la Toscana ha stanziato 3.152.744 euro, l’Emilia Romagna 352mila, il Lazio 250mila, la Lombardia 1.560.071 euro e la Campania 1,8 milioni. Nelle Marche in 3 anni non è stato stanziato un solo euro e sono stati addirittura tolti i 240mila euro già previsti». Attualmente nelle Marche sono 98 i beni confiscati alle mafie. Tra questi, anche l’immobile della Banda della Magliana a Cupramontana, trasformato in un centro per pazienti con disturbi psichici, e l’ultimo in ordine di tempo: un capannone da 600 metri quadri a Vallefoglia che verrà riconvertito in un centro di raccolta e distribuzione del cibo gestito dalla Caritas. Sostenere queste realtà è fondamentale. La Regione batta un colpo.A