Marche, i sindaci indicano la via (sull'esempio di Nuova Pescara): «Fusioni fondamentali, vi spieghiamo perché»

I vantaggi delle unioni dei Comuni: più risorse per strade, scuole e cultura

Marche, i sindaci indicano la via (sull'esempio di Nuova Pescara): «Fusioni fondamentali, vi spieghiamo perché»
Marche, i sindaci indicano la via (sull'esempio di Nuova Pescara): «Fusioni fondamentali, vi spieghiamo perché»
di Véronique Angeletti
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Venerdì 22 Settembre 2023, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 15:05
ANCONA Punto di forza ma anche di debolezza il plurale delle Marche. Se i suoi Genius loci sono motori di tante economie, i campanilismi fanno da freno amministrativo in un momento di alta competizione tra territori, dove fare massa conta. Dal 2014, solo 18 comuni si sono fusi e degli attuali 225 municipi, 160 (il 71,1%) contano meno di 5mila abitanti. Cinquanta sono sotto i mille. Il più piccolo è Monte Cavallo, nel Maceratese (105 abitanti), i due più grandi Ancona (98.356 residenti) e Pesaro (95.376). Città che, nel 2027, dovranno tener conto di “Nuova Pescara”, la realtà che fonde Pescara, Montesilvano e Spoltore.  


L’esempio


Forte di quasi 200mila persone, sarà, dopo Bari, la seconda città del medio Adriatico e la 19° città d’Italia. «È un’operazione di grande respiro, la fusione più importante d’Europa - sottolinea il sindaco di Pescara Carlo Masci -. Iniziata con un referendum nel 2014, ci consente di guardare al futuro in un periodo storico dove la parola chiave è “cambiamento”. Le realtà territoriali devono misurarsi tra di loro e offrire servizi migliori ai cittadini». Spiega che il percorso, complicato, è stato agevolato iniziando con le funzioni associate e dal fatto che si tratta di un territorio omogeneo. «I cittadini - precisa - già sentono di appartenere ad un’unica realtà e manterremo fisicamente, con qualche autonomia, i tre municipi proprio per rispetto della loro storia». 


Cosa cambia


Intanto, già incassa i vantaggi: la capacità finanziaria di migliorare la qualità dei servizi pubblici, di offrirli a costi minori e un peso maggiore nei bandi nazionali ed europei. La fusione per avere un futuro è alla base della scelta dei 7.500 abitanti di Trecastelli (ex Ripe, Castel Colonna e Monterado) di fondersi per primi nelle Marche. «Non è stato un percorso facile - sottolinea il sindaco Marco Sebastianelli - ma ci ha consentito di dare concretezza alla nostra visione di organizzazione del paese e di migliorare l’offerta dei servizi».

In 10 anni, Trecastelli ha messo in sicurezza sismica e completato l’efficientamento energetico delle scuole, investito su un’illuminazione pubblica a led, calmierato tasse e tariffe (mense e trasporto) per le famiglie, progettato idee di mobilità sostenibile (camminamenti e ciclopedonali). In pratica, in un decennio, i 9 milioni di contributi hanno avuto un effetto moltiplicatore sugli investimenti del 65%. Ma il più importante, precisa il sindaco, «è che la fusione è stata percepita solo dal punto di vista amministrativo, senza intaccare le storie delle tre comunità».

Trecastelli non diventerà Quattro

Trecastelli però non diventerà mai “Quattrocastelli”: «Nessun Comune vicino ce lo ha chiesto. Credo che rimarremo un unicum nella Val Mivola». La fusione? Una boccata d’ossigeno per il bilancio secondo Massimo Citracca, il sindaco di Valfornace, ex Fiordimonte e Pievebovigliana. «Ha permesso di ottimizzare i costi e i servizi, di investire nella viabilità, nella videosorveglianza e di ridurre le tasse». E dal punto di vista culturale «non è stato un problema, essendo le due realtà molto vicine anche se il processo è stato rallentato dal sisma. Poi è l’unione che fa la forza, da soli non si va da nessuna parte». Quindici milioni di investimenti è il saldo della fusione di Vallefoglia, ex Colbordolo e Sant’Angelo in Lizzola che l’amministrazione di Palmiro Ucchielli ha tradotto in nove anni di inaugurazioni. Nuovi, ad esempio, il municipio, il teatro. Nuove la scuola in legno, la piazza. Nuove le strutture sportive, le piste ciclopedonali. Rifatti tanti manti stradali, ristrutturate le mura castellane. «Ed ogni anno - conclude Ucchielli - con la razionalizzazione della macchina comunale, la disponibilità di tre milioni di avanzo di amministrazione». 
Véronique Angeletti 

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