ANCONA «O le cose si aggiustano, oppure via». Ma evidentemente Francesco Gaetano Intrieri ancora confida che le cose si possano aggiustare, sui voli di continuità territoriale del Sanzio gestiti dalla sua compagnia aerea, per collegare le Marche a Milano, Roma e Napoli a prezzi calmierati. Aggiustare, ma a condizioni nuove rispetto ai bandi che nell’estate scorsa si è aggiudicato dall’Enac, per garantire le tratte interne dall’aeroporto di Falconara.
L’ultimatum
Ci crede, se è vero che a poche ore dall’uscita in edicola del suo ultimatum, lanciato in un’intervista al nostro giornale (titolo: “Tutto vero, via a marzo”), l’ad di Aeroitalia ieri in tarda mattinata si affrettava a riannodare un filo di negoziato con la Regione Marche, stavolta direttamente con il governatore Francesco Acquaroli. S’era meravigliato, Intrieri, di non aver mai avuto un colloquio con il presidente della Giunta regionale («Acquaroli non l’ho mai visto. Strano, no?», chiosava proprio in coda all’intervista) e così con un post su Facebook s’è rivolto direttamente a lui. «Gentile governatore - è la sua apertura a una nuova trattativa- , come credo le sia noto, Aeroitalia, dopo infinite riunioni e tante proposte verso le quali la Regione non ha ritenuto mai opportuno rispondere, sta per lasciare la continuità territoriale delle Marche».
Basta figuracce
Un appello, quello rivolto ad Acquaroli, che sembra destinato a cadere nel vuoto, visto che il governatore è stanco di figuracce legate a ritardi e cancellazioni di voli e irritato dalle continue minacce di Intrieri di lasciare il Sanzio. «La gestione del bando sui voli di continuità è di competenza dell’Enac che credo che debba restare l’interlocutore e garante per tutti», diceva ieri il presidente, senza concessioni alla chiamata di Intrieri. Il manager di Aeroitalia intanto, in serata, accettava di spiegare meglio al telefono il senso della sua uscita via social. «Sono coerente con quello che ho dichiarato a voi mercoledì. Ho detto che il vostro governatore in sei mesi non l’ho mai visto. Vorrei incontrarlo, prima di decidere quando andar via». Ma le condizioni attuali del bando, conferma il manager di Aeroitalia, non sono per lui sostenibili. «Va trovato un modo di operare umano, così non lo è: non si possono fare dieci tratte al giorno con venti passeggeri. Dieci tratte questo territorio non le regge, se saranno di meno ci sarebbero gli utenti utili. Ci sono i passeggeri per due voli su Roma, uno su Milano e un altro su Napoli con un solo aereo e con la formula della continuità territoriale. D’altro canto la continuità è una soluzione che serve proprio a quei territori con pochi viaggiatori». Non si comprende allora perché abbia accettato di partecipare a un bando che prevedeva dieci voli al giorno. «Sapete bene perché noi abbiamo accettato, perché c’era l'accordo con Atim - dice riferendosi al contratto di marketing da 750mila euro, firmato e poi saltato, con tanto di causa civile in corso. - Sono disposto anche a mediare con Atim, pur di chiudere questa storia, sono disposto a trovare una intesa extra- giudiziale, nonostante abbia ottenuto un decreto ingiuntivo esecutivo da 305mila euro, che mi consentirebbe di reclamare subito i soldi».
Annunci e precisazioni
Intanto, nel suo frenetico alternarsi di annunci e precisazioni, Intrieri conferma però l’intenzione di andarsene. «Andarsene? Si può fare in due modi: creando problemi alla collettività o non creandoli - spiega. - E poi io ho un accordo con l’Enac, con il ministero, farò di tutto per farlo nel modo migliore. Altrimenti il 14 febbraio potremmo aver finito. Decido io, non l’Enac. Sarà il board di Aeroitalia che deciderà quando sospendere. Da quando il mio operativo mi dirà cancelliamo i voli, in un giorno, qualunque da oggi a marzo». E se Acquaroli, per miracolo, accettasse di incontrarlo, potrebbe accadere ancora qualcosa? «Sì, sì, assolutamente sì. Ma solo lui, senza intermediari. Un’altra compagnia, con quel bando, non la troverete mai».