ANCONA - «Una svolta epocale per il territorio». «No, complicherà solo la vita ai cittadini». Zenit e Nadir. Non potrebbero essere più lontane le posizioni di maggioranza e opposizione sulla legge urbanistica approdata ieri in Consiglio regionale per l’approvazione. Non è una novità, si dirà, se le due metà dell’emiciclo la pensano diversamente: in fondo, è il sale della democrazia. Ma che l’approccio a questa pdl è di amore o odio, senza zone grige - molto più che per altri atti ad iniziativa della giunta - lo dimostra la mole abnorme di emendamenti presentati al testo: circa 350, di cui 23 della maggioranza.
Il precedente
Per fare un confronto semplice, basti pensare che alla riforma sanitaria che ha azzerato Asur e Marche Nord e istituito le 5 Ast - pure quella decisamente invisa alle minoranze - di emendamenti ne erano stati presentati 160. Meno della metà. La polarizzazione delle posizioni pare essere la costante di questo testo, che infatti si è guadagnato l’anomalo “non parere” del Cal, su cui ha pesato il voto contrario delle Province di Ancona, Pesaro ed Ascoli. E il Crel ha invece dato parere favorevole ma subordinandolo a ben 22 condizioni che prevedono anche l’abrogazione di un intero articolo della legge, il 24, sulle disposizioni del territorio rurale. Così come una massiccia modifica degli articoli 25 (Rigenerazione urbana e territoriale) e 26 (Incentivi urbanistici per gli interventi di rigenerazione urbana). Un testo che va dunque incontro ad una modifica importante rispetto a quello deliberato dalla giunta ad agosto. Quanto e come, però, è ancora presto per dirlo.
Ieri in circa 7 ore l’aula è riuscita ad arrivare all’approvazione solo dei primi 3 articoli di una legge che ne conta 36 in totale.
A scontrarsi nell’agone di Palazzo Leopardi ieri sono stati in particolare i relatori di maggioranza Andrea Assenti (FdI) e di minoranza Anna Casini (Pd), con incursioni dell’assessore all’Urbanistica Stefano Aguzzi e del consigliere dem Fabrizio Cesetti, che non manca mai di sfoggiare la sua oratoria - e una resistenza invidiabile - in questi dibattiti fiume. «L’obiettivo della legge - dà il via alle danze Assenti - è favorire la rigenerazione urbana e territoriale attraverso uno sviluppo urbanistico sostenibile, che contenga il consumo del suolo e privilegi il riuso del già costruito». In questo modo, secondo il relatore di maggioranza, «vengono tutelati gli interessi sociali, ambientali e paesaggistici, ma anche uno sviluppo all’insegna della sostenibilità».
La dicotomia
Sull’altro lato del ring, la relatrice di minoranza Casini la vede in modo esattamente opposto: «La legge complica anziché semplificare la vita dei cittadini in materia urbanistica e sarebbe servito discuterne di più, anche perché Province e Comuni hanno avanzato delle obiezioni di carattere tecnico. Questa pdl appesantisce le procedure con una tutela del paesaggio finta: non c’è scritto consumo del suolo zero». Oggi va in scena il secondo round. L’ultimo? Non è detto.