Piero Romitelli: «Vent’anni fa ero ad Amici, ora scrivo per Eros e Raf»

Dal palco al dietro le quinte: l'artista marchigiano è autore per big della musica come Mengoni, Il Volo e Bertè. E spopola pure allo Zecchino

Piero Romitelli: «Vent’anni fa ero ad Amici, ora scrivo per Eros e Berté»
Piero Romitelli: «Vent’anni fa ero ad Amici, ora scrivo per Eros e Berté»
di Gianluca Murgia
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Sabato 20 Gennaio 2024, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 07:25

Il successo? A volte è il participio passato di succedere. È successo, così, che Piero Romitelli da Morrovalle, dopo essere stato uno dei primi Amici di Maria De Filippi ed essere arrivato terzo a Sanremo Giovani, si trasformasse da cantante ragazzino in maturo autore sorprendente, trovando quel successo, inteso come sostantivo maschile, che produce applausi ed emozioni per chi come lui, a 37 anni, è oggi portatore sano di parole e musica, moderno sarto di canzoni per mostri sacri come Loredana Bertè, Ramazzotti, Raf, Mengoni, Renga o Il Volo. Una sterzata di vita senza cambiare strada, casa, cuore: le Marche.

 
Romitelli, vive sempre a Morrovalle?
«Di base sì, con la mia famiglia. Poi, per necessità, mi sposto».
Le Marche ispirano così tanto?
«Sì, ispirano. Non è un caso che, a parte me, altri autori molto importati siano cresciuti in queste terre come, ad esempio, Dardust ed Emilio Munda».
Cosa hanno di così speciale le Marche?
«Qui c'è un po' di tutto. Dai paesaggi suggestivi che evocano emozioni fortissime all'assenza della frenesia delle grandi città. Qui c'è il tempo che per un autore è la risorsa più importante»:
E i figli ispirano? Ai piloti, Enzo Ferrari, diceva che fanno perdere velocità.
«Io ho due figlie gemelle (Alma e Lena, avute con la compagna Gioia Cornacchia, ndr) e di tempo ora ce n’è di meno ma sono una grande fonte di ispirazione. Prima di averle scrivevo di notte, ora scrivo di giorno ma penso di notte. Quando si svegliavano sempre, se mi veniva un'idea me l'appuntavo per il giorno dopo». 
Complicato fare il padre e artista?
«In famiglia siamo 4 fratelli. Ci ha cresciuti mia madre e lei mi dice che farlo con due gemelle pare più difficoltoso». 
Intanto l'ispirazione data dalla paternità si è concretizzata in "Ci pensa mamma", una canzone che ha partecipato allo Zecchino d'Oro arrivando seconda e vincendo il premio Rai Radio kids. Le sue figlie, ora, la vedranno come un supereroe.
«Diciamo che sono stato usato dalle mie figlie per arrivare al loro vero idolo, Carolina Benvenga, che abbiamo conosciuto partecipando alla trasmissione».
Ripeterà l'esperienza?
«È stato un gioco molto stimolante. Potrei continuare a fare qualcosa anche in questo ambito».
Niente Sanremo quest'anno?
«La musica esce tutto l'anno, a volte si creano congiunzioni astrali e altre no. Quest'anno non c'erano i presupposti. Nell'ultimo periodo, comunque, oltre allo Zecchino ho scritto anche una canzone di Natale per Radio Subasio e il nuovo singolo di Raf "La mia casa"». 
Le capita mai di guardare Amici in tv? 
«Sì, e mi piace anche se io l'ho fatto 20 anni fa e ora è cambiato totalmente». 
In che senso?
«Quando ho iniziato io era una scuola, in tutti i sensi, per performer. Noi eravamo sprovveduti. Ci facevano fare tante ore al giorno in danza classica, recitazione e dizione, anche se quest'ultima è servita fino ad un certo punto (ride, ndr). Ora chi entra come cantante fa solo il cantante».
Se avesse oggi 18 anni lo rifarebbe?
«Credo di sì perché è una vetrina unica ma vale la pena farlo solo se sei pronto e hai un progetto serio alle spalle. Altrimenti rischi di bruciarti».
Lei, allora, non aveva un progetto?
«Ero un ragazzino di paese che usciva per la prima volta, facevo lezioni di canto, piano bar ma non scrivevo canzoni. Ero un interprete di cover come ce ne sono un milione. A 18 anni pensavo a divertirmi, l'ho vissuta veramente come un gioco senza rendermene conto».
Ma hanno ancora senso i talent show nel 2023?
«Il pubblico televisivo è calato vertiginosamente. Prima uscivi dal talent e c'erano bagni i folla, ora con i social la portata si è diluita ma se hai un progetto serio, ripeto, ne vale la pena».
Nel 2013 il suo primo singolo scritto è stato per Mengoni: E non me ne accorgo. Lo riscriverebbe tale e quale? 
«Sono ipercritico, trovo difetti nelle canzoni scritte 2 mesi fa».
Dal fronte del palco al dietro le quinte. Cosa vuol dire oggi fare l’autore?
«Io cerco di essere una macchina fotografica, porto il mio vissuto che spesso coincide con quello degli altri».
Una canzone nasce già con le parole, come cantava Vasco, o c'è una procedura creativa particolare?
«Si lavora spesso in session, qualche volta sulle melodie, altre sui testi. Io solitamente parto dalla musica, il testo è più difficoltoso e arriva dopo».
Ha scritto anche per sua sorella Valeria, che ha partecipato ad Amici, e con la quale ha tentato la scalata a Sarà Sanremo. Lavorerete ancora insieme?
«Al momento no, l'anno scorso lei si è laureata in economia e ha una scuola di canto per ragazzi» .
Per chi le piacerebbe scrivere?
«Se dovessi spingere sull'acceleratore direi Venditti e Mina». 
E Romitelli che scrive una canzone per Piero? Quello del cantante è un capitolo chiuso? 
«Bella domanda. Ho messo da parte l'egocentrismo che avevo da ragazzo, mi piace molto stare dietro le quinte in veste produttore. Se guardi spotify ora non c'è nulla di mio. Poi, non ho mai trovato la canzone giusta per me».
E se si presentasse un altro autore con una canzone giusta per lei?
«L'ascolterei.

Mai dire mai ma non credo che possa rimettermi in gioco».

CHI E' PIERO ROMITELLI

Piero Romitelli, nato a Civitanova nel 1986, è oggi uno dei più stimati autori italiani. Nel 2005 partecipa ad Amici arrivando fino al serale. Insieme a Pietro Napolano forma poi i Pquadro cogliendo il terzo posto a Sanremo Giovani. Con la Disney realizza la versione italiana di High School Musical 2. Nel 2008 il duo pubblica per l'Atlantic Records l’album (A24) e nel 2011 si scioglie. Nel 2014 Romitelli firma come autore in esclusiva con Emi Publishing, poi assorbita da SonyATv, e scrive hit per Mengoni, Raf, Ramazzotti, Bertè, Noemi, Emma, Irene Grandi, Dolcenera, Renga, Michele Bravi, Dolcenera, Nina Zilli e Il Volo. Con 8 Marzo, cantata da Tecla a Sanremo, vince il premio per il brano più trasmesso Earone, il Premio Enzo Jannacci e il premio sala stampa Lucio Dalla.

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