Marche, occupazione al palo: donne più penalizzate e tanti gettano la spugna

L’allarme di Cna e Confartigianato: «Non cercano lavoro perché convinti di non trovarlo» Il motivo? «Gap sempre maggiore tra profili sul mercato e qualifiche chieste dalle aziende»

Marche, occupazione al palo: donne più penalizzate e tanti gettano la spugna
Marche, occupazione al palo: donne più penalizzate e tanti gettano la spugna
di Martina Marinangeli
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Domenica 17 Settembre 2023, 04:20 - Ultimo aggiornamento: 19 Settembre, 08:32

ANCONA - Il mondo del lavoro arranca e a rimetterci sono soprattutto le donne. A scattare l’impietosa fotografia sono i freddi numeri: tra giugno 2022 e giugno 2023 si sono persi 5.503 posti di lavoro e sono aumentati i disoccupati senza precedenti esperienze lavorative (+1.923 unità), soprattutto tra le quote rosa, appunto (+1.678). 


L’analisi


L’analisi del problema, ad un passo dal tradursi in emergenza, è tracciata da Cna e Confartigianato che, elaborando i dati Istat sull’occupazione nelle Marche, lasciano emergere come la diminuzione degli occupati coincida con il drastico calo delle persone disponibili a lavorare (-11.400). «Il dato che fa più riflettere - il commento dei segretari regionali di Cna e Confartigianato Moreno Bordoni e Gilberto Gasparoni - è proprio quello dei lavoratori potenziali, ossia quelli che non cercano attivamente un lavoro.

Si tratta in prevalenza di persone scoraggiate che dichiarano di non aver cercato un impiego perché convinti di non riuscire a trovarlo». Si getta la spugna ancora prima di tentare, insomma. Ma quali sono le cause di questa stortura? Secondo le due associazioni di categoria, le cause risiedono in un problema atavico: il mismatch tra domanda e offerta.


Il gap


«C’è sempre più distanza tra le qualifiche richieste dalle aziende ed i profili professionali dei disoccupati - vanno al cuore della questione i due segretari -. Quasi la metà di chi cerca lavoro non ha la qualifica necessaria per essere appetibile sul mercato. Ci auguriamo che l’annunciata riforma degli istituti tecnici e degli Its (Istituti tecnici superiori) possa ridurre questo divario, prevedendo anche stage nelle aziende e docenti provenienti dal mondo imprenditoriale».


La differenza di genere


A pagare questa situazione di precarietà, si diceva, sono soprattutto le donne, che registrano una contrazione del 2,3% per le forze di lavoro e del 2% per l’occupazione. Il numero delle donne in cerca di occupazione cala, ma molto meno rispetto alla percentuale maschile (-7,4% contro -26,2%). Scendendo nel dettaglio dei vari settori, «è evidente il ruolo positivo svolto ancora delle costruzioni - precisano Gasparoni e Bordoni -. Trainata dai bonus edilizi, l’occupazione del settore è cresciuta nella nostra regione di 2.163 unità (+5,3%) mentre il manifatturiero perde 1.042 posti di lavoro». Ondivago l’andamento dei servizi, settore nel quale si registra una crescita di 3.019 occupati in un anno in generale, ma commercio, alberghi e ristoranti restano al palo con -61 unità registrate. Crollano, infine, i lavoratori in agricoltura (-9.642 pari al 31,7%), che fa il risultato peggiore. Un quadro complicato quello del mondo del lavoro nelle Marche, che necessita di interventi strutturali. Altrimenti la voragine che si è creata rischia di non essere più sanabile.
 

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