Nuova legge urbanistica, la scure dei costruttori marchigiani: «Blocca l’attività edilizia»

Stefano Viloni (Ance Marche) sulla nuova legge urbanistica
Stefano Viloni (Ance Marche) sulla nuova legge urbanistica
di Martina Marinangeli
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Venerdì 1 Dicembre 2023, 04:15 - Ultimo aggiornamento: 12:14

ANCONA - «Un testo pieno di incognite e incertezze, che rischia di rallentare se non addirittura di bloccare l’attività edilizia nella nostra regione». Non usa giri di parole il presidente di Ance Marche Stefano Violoni, che dando voce alla categoria dei costruttori, mira ad alzo zero sulla legge urbanistica approvata a maggioranza in Consiglio regionale lo scorso martedì, dopo un dibattito-maratona andato avanti per cinque sedute. 


Le resistenze


Una legge definita «epocale» dal governatore Francesco Acquaroli e dall’assessore all’Urbanistica Stefano Aguzzi.

E con qualche ragione, dal momento che arriva a 31 anni di distanza dall’ultima. Una revisione era necessaria. Ma il new deal proposto da Palazzo Raffaello aveva già incontrato le resistenze di una buona parte degli enti locali - tanto che il no di tre Province su cinque ha impedito al Cal di esprimere un parere - e adesso va a sbattere contro il muro della categoria più interessata dalla normativa. A mandare su tutte le furie i rappresentanti delle imprese edili è stata anche la grammatica utilizzata dalla Regione prima dell’approvazione del testo: «Presentare ai media la pdl sulla pianificazione territoriale nello stesso giorno in cui come Ance eravamo in audizione presso il Crel (l’organismo regionale di consultazione e confronto delle rappresentanze più significative del mondo dell’economia e del lavoro) non è stato solo uno sgarbo istituzionale - la bordata - quanto e soprattutto la dimostrazione più chiara che la nuova legge urbanistica non avrebbe preso minimamente in considerazione le proposte provenienti dalle associazioni delle imprese». Ne consegue che «è stata approvata a colpi di maggioranza con un’inutile quanto dannosa fretta di chiudere la partita a qualsiasi costo».

Riavvolgendo il nastro agli scorsi mesi, Violoni ricorda come «un segnale in questa direzione, ci fosse già arrivato: solo a luglio abbiamo avuto la possibilità di confrontarci su un testo ancora incompleto e totalmente stravolto rispetto alla prima versione. Il risultato finale è ora davanti a tutti». La bocciatura senza appello. Poi scende nel dettaglio: «È difficile comprendere - spiega Violoni - come, nelle Marche, si realizzerà il progetto di bilancio nullo di consumo suolo con una disciplina che, da un lato, non impone obblighi e, dall’altro, favorisce poco o per nulla la rigenerazione urbana». 


Il paradosso


Secondo i costruttori di Ance Marche, ciò che andava strutturato, invece, era un sistema di incentivi in grado di rendere il recupero dell’esistente più conveniente rispetto al costruire ex-novo. Inoltre, se i Pug (i piani urbanistici dei comuni) potranno prevedere il consumo di suolo per nuove infrastrutture «solo nei casi in cui non sia possibile procedere alla riorganizzazione di quelle esistenti e solo rinaturalizzando il suolo consumato, come sarà possibile realizzare l’arretramento della ferrovia o il potenziamento dell’A14?». Domande lecite.
Martina Marinangeli
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