Avanti, nelle Marche c'è posto per 140mila lavoratori ma molti profili sono rari. Previste quasi 7mila assunzioni in più dell’anno scorso

Avanti, c'è posto per 140mila nelle Marche, ma molti profili sono rari. Previste nel 2023 quasi 7mila assunzioni in più dell’anno scorso
Avanti, c'è posto per 140mila nelle Marche, ma molti profili sono rari. Previste nel 2023 quasi 7mila assunzioni in più dell’anno scorso
di Lorenzo Sconocchini
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Mercoledì 13 Dicembre 2023, 02:50 - Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 08:21

ANCONAAnche in un anno di mercati turbolenti, segnati da rincari energetici e agitati da instabilità internazionali, è aumentata (+5,1% rispetto al 2022) la propensione delle imprese marchigiane dell’industria e dei servizi ad assumere nuovi dipendenti. Ma sempre di più le aziende fanno fatica a reperire sul mercato i profili professionali di cui avrebbero bisogno, una difficoltà che nel giro di due anni è passata da un caso su tre a quasi uno su due.

Il bollettino annuale

È lo scenario delineato per le Marche dal Bollettino annuale 2023 del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere-Anpal, che rispecchia nella nostra regione la tendenza favorevole che emerge a livello nazionale, che è ancora più intensa (+6,4%).

Sono oltre 140mila le entrate di personale programmate dalle imprese nel 2023 nelle Marche e l’aumento del 5,1% (quasi 7mila unità in più) allarga ancora il divario positivo con il livello pre pandemia (+32.600 rispetto al 2019), peraltro superato di slancio già dal 2021.

Ma la crescita delle entrate programmate dalle imprese si accompagna nelle Marche a una crescente difficoltà delle imprese nella ricerca delle professionalità necessarie: nell’anno in corso questa resistenza è salita al 48,6% delle entrate programmate (era al 42,9% nel 2022 e al 28,1% nel 2019), quota maggiore rispetto alla media italiana (45,1%).

L’esperienza richiesta

Cala anche la richiesta di esperienza delle figure in ingresso (dal 64,5 al 63,7%) mentre si amplia anche la quota (dal 29,2% al 31%) delle entrate di personale in sostituzione di dipendenti in uscita. È il settore dei servizi a trainare la crescita del 2023 nelle Marche «grazie alle oltre 84mila entrate previste (il 60% del totale) - si legge nel report curato da Camera di commercio delle Marche - e a una crescita su base annua del +6,9%, mentre l’industria, con circa 56mila entrate, si ferma a +2,6%».

Il turismo (31.810 entrate +14,6%) e il commercio (17.940; +11,8%) assorbono gran parte della domanda del terziario marchigiano (59%), mentre l’industria beneficia soprattutto dell’incremento delle previsioni di assunzione del sistema-moda (8.950 entrate programmate, +24%) e delle costruzioni (12.960, +10,2%).

Ma quali lavori offrono più opportunità di assunzione? Il maggior numero di entrate del 2023 riguardano agli esercenti e addetti nelle attività di ristorazione (27.140 previste), seguiti sul podio (ma a distanza) dagli addetti alle vendite (10.920) e dal personale non qualificato nei servizi di pulizia (8.430). E le figure professionali più difficili da reperire? Anzitutto dirigenti (85,2%) operai specializzati (63,2%) e professioni tecniche (58,3%). È soprattutto l’industria a doversi confrontare con le maggiori di difficoltà di reperimento (57% delle entrate previste) con picchi nei settori tessili abbigliamento e calzature (61,2%), del legno e del mobile (60,1%), fabbricazione di macchinari (68,7%), metallurgico (63,1%).

Il titolo di studio

Non sempre il titolo di studio è una carta decisiva per l’ingresso nel mondo del lavoro. Solo per il 10% circa delle 140mila entrate previste nelle Marche le imprese ritengono necessario un livello di istruzione terziario (laurea o diploma ITS Academy), mentre nel 70% dei casi sono orientate verso un diploma e in quasi il 20% ci si accontenta dell’obbligo scolastico. Le lauree più richieste sono quelle a indirizzo economico (3.560), seguite da quelle a indirizzo insegnamento e formazione (2.000). Ma le Marche sono una regione per giovani? Non si direbbe, visto che solo un terzo delle entrate previste è rivolto ai giovani fino a 29 anni. La percentuale supera però il 40% in alcuni settori, come ad esmpio i servizi finanziari e assicurativi (52,1%), l’industria della carta (45,8%) e i servizi informatici e telecomunicazioni (45,5%), ristorazione e turismo (44%).

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