Jeans Valley, lo stilista Marchesi: «La moda è a rischio, servono personale formato e un patto con le scuole»

Lo stilista Marchesi: «La moda è a rischio, servono personale formato e un patto con le scuole»
Lo stilista Marchesi: «La moda è a rischio, servono personale formato e un patto con le scuole»
di Véronique Angeletti
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 13 Dicembre 2023, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 08:33

Sul fronte moda, l’allarme manodopera è una costante. Fa parte del quotidiano dello stilista Alessandro Marchesi, il fondatore di Compagnia del Denim e dei brand 2W2M (Two Women Two Men) e Memory’s, marchio che fa l’upcycle di abiti usati e materiali dismessi nella Jeans Valley che ha per perno Serra De Conti.

Marchesi: quali sono le cause che hanno portato ad un divario tale tra domanda e offerta di operai specializzati da ipotecare il futuro del fashion made in Italy?

«Il problema è complesso ma sintetizzando riguarda la globalizzazione che ha velocizzato il sistema della moda.

Se prima c’erano due collezioni, una autunno-inverno ed un’altra primavera-estate, oggi ci sono brand che presentano fino a 24 collezioni all’anno. Il che impone alle aziende che vogliono essere un minimo presenti in queste nuove dinamiche di avere o trovare nel breve periodo le competenze. E, problema ancora più grave: dovremmo sostituire i professionisti che andranno in pensione e individuare personale specializzato».

Tradotto nella sua realtà?

«È ancora più complicato perché lavoriamo il denim, tessuto che richiede tecniche, conoscenze e saper fare per essere lavorato e, a maggior ragione, con lo stile vintage che richiede tessuti di qualità, costruiti con criteri che necessitano dell’arte di sarti specializzati che alzano le richieste salariali. Conosco laboratori di alto profilo a rischio per colpa di questo tipo di speculazioni».

La soluzione?

«Collaborare con le scuole, organizzare degli stage in azienda, creare delle scuole interne. Sto ricostruendo quella che stavo per inaugurare a Sassoferrato distrutta dall'alluvione di settembre 2022. Spingere i giovani ad innamorarsi del mondo della produzione e andare al di là delle vetrine proposte dai social».

© RIPRODUZIONE RISERVATA