Sul fronte moda, l’allarme manodopera è una costante. Fa parte del quotidiano dello stilista Alessandro Marchesi, il fondatore di Compagnia del Denim e dei brand 2W2M (Two Women Two Men) e Memory’s, marchio che fa l’upcycle di abiti usati e materiali dismessi nella Jeans Valley che ha per perno Serra De Conti.
Marchesi: quali sono le cause che hanno portato ad un divario tale tra domanda e offerta di operai specializzati da ipotecare il futuro del fashion made in Italy?
«Il problema è complesso ma sintetizzando riguarda la globalizzazione che ha velocizzato il sistema della moda.
Tradotto nella sua realtà?
«È ancora più complicato perché lavoriamo il denim, tessuto che richiede tecniche, conoscenze e saper fare per essere lavorato e, a maggior ragione, con lo stile vintage che richiede tessuti di qualità, costruiti con criteri che necessitano dell’arte di sarti specializzati che alzano le richieste salariali. Conosco laboratori di alto profilo a rischio per colpa di questo tipo di speculazioni».
La soluzione?
«Collaborare con le scuole, organizzare degli stage in azienda, creare delle scuole interne. Sto ricostruendo quella che stavo per inaugurare a Sassoferrato distrutta dall'alluvione di settembre 2022. Spingere i giovani ad innamorarsi del mondo della produzione e andare al di là delle vetrine proposte dai social».