Acquaroli e i tre nuovi assessori. Infrastrutture, sanità e legge urbanistica: «Ecco il nuovo corso»

Acquaroli e i tre nuovi assessori. Infrastrutture, sanità e legge urbanistica: «Ecco il nuovo corso»
Acquaroli e i tre nuovi assessori. Infrastrutture, sanità e legge urbanistica: «Ecco il nuovo corso»
di Martina Marinangeli
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Sabato 29 Ottobre 2022, 06:35

ANCONA  - Stessa location, giunta diversa. Sulla terrazza all’ottavo piano di Palazzo Raffaello la seconda foto di rito della squadra di governo che guida la Regione viene scattata a quasi due anni esatti dalla prima, ma con tre cambi. Dopo la promozione in Parlamento, i giocatori titolari Guido Castelli (Fratelli d’Italia), Giorgia Latini e Mirco Carloni (entrambi in quota Lega) sono stati sostituiti per il secondo tempo, rispettivamente, da Goffredo Brandoni (che eredita le deleghe a Bilancio, Personale e Fondi comunitari), Chiara Biondi (Cultura ed Istruzione) ed Andrea Antonini (Sviluppo economico ed Agricoltura).

«Grazie alla loro esperienza amministrativa consolidata, hanno già dimostrato un’approfondita conoscenza dei principali dossier collegati alle loro deleghe e abbiamo cominciato il lavoro in sintonia e continuità», benedice il nuovo corso il governatore Francesco Acquaroli.

Nuovo corso che però non può tradursi in una frenata sulla tabella di marcia, dunque i tre neofiti della giunta dovranno iniziare subito con il piede giusto per evitare che la macchina si inceppi. 


I dossier
«Dal nostro insediamento nell’ottobre 2020 - riavvolge il nastro il presidente - abbiamo lavorato praticamente sempre in emergenza: dalla pandemia al caro energia, passando per l’aumento dei prezzi delle materie prime (che ha inciso anche nella ricostruzione post-sisma) e la drammatica alluvione del 15 settembre scorso. Adesso, sperando non ci siano altri imprevisti, da qui ai primi mesi del 2023 approveremo tre leggi fondamentali, quelle riforme per le quali ci siamo candidati e chi hanno fatto eleggere». Il new deal di Palazzo Raffaello passa per tre direttrici fondamentali: il Piano delle infrastrutture, la nuova legge urbanistica - che andrà a modificare l’ultima in materia, datata 1990 - ed il Piano socio sanitario «che sarà tarato sugli studi relativi al fabbisogno con una riorganizzazione ed una programmazione più equilibrata, attenta a limitare la mobilità passiva e a recuperare risorse per una più corretta redistribuzione», spiega Acquaroli. Quanto alle infrastrutture, tallone d’Achille delle Marche per antonomasia, nell’elenco delle opere che rientreranno nel Piano, Acquaroli annovera il prolungamento della Pedemontana da 120 milioni di euro, il completamento della Terza corsia A14, la Mare-Monti e la nuova linea ferroviaria Adriatica. Discorso a parte merita infine la Guinza:

«C’è stato uno stop all’apertura della galleria, ma abbiamo evitato lo stand by accelerando sulla progettazione per la seconda canna». Inquadrati i prossimi passi operativi, i riflettori si spostano sul piano politico e, in particolare, sull’affaire Carlo Ciccioli: «Una giunta che si insedia non deve sentirsi parlare intorno per mesi di una dichiarazione detta in Consiglio regionale», la difesa d’ufficio del presidente. 


Il caso Ciccioli
«Ciccioli avrebbe meritato tranquillamente per il suo percorso politico di sedere in questi banchi - prosegue il governatore - ma ho ritenuto opportuno non prestare il fianco ad una situazione che sarebbe stata strumentalizzata all’inverosimile su un tema come quello dell’alluvione». Poi lo spiraglio che lascia intravedere un ripescaggio in altro ruolo: «Credo che potrà essere valorizzato perché è una figura che lo merita. Dove? Il centrodestra può ritenersi in una fase dove oggettivamente ha degli spazi per poter interagire su diversi fronti». Come quelli romani.

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