I direttori degli ospedali marchigiani a Saltamartini:«Ortopedia poco attrattiva? Dateci personale e risorse»

I direttori degli ospedali marchigiani: «Ortopedia poco attrattiva? Dateci personale e risorse»
I direttori degli ospedali marchigiani: «Ortopedia poco attrattiva? Dateci personale e risorse»
di Maria Teresa Bianciardi
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Giovedì 29 Giugno 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 11:34

ANCONA Scarsità di risorse e personale che costringono i pazienti ad aspettare mesi per un intervento di protesi all’anca o al ginocchio. Ma anche la questione della sanità convenzionata, che consente visite specialistiche nelle Marche e operazioni chirurgiche nelle case di cura fuori dai confini regionali.

 
Per i direttori delle divisioni ospedaliere ed universitarie - specialisti in Ortopedia e Traumatologia di tutta la regione - sono questi i macro temi che si nascondono dietro i numeri allarmanti della mobilità passiva.

Altro che la scarsa attrattività dei reparti che gestiscono: «Siamo stanchi - scrivono - di dover guidare un’auto a 5 posti con dentro 8 persone, percorrendo una strada in salita e utilizzando meno benzina dell’anno precedente». Uno sfogo messo nero su bianco dopo l’intervista rilasciata al Corriere Adriatico dall’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini dove ha sottolineato la scarsa attrattività della specialità di Ortopedia e Traumatologia. «Se si volesse seriamente ridurre la mobilità passiva e non lanciare proclami di inefficienza - si legge nel documento - è necessario investire, trovare risorse che permettano agli ospedali pubblici, dove lavorano ancora chirurghi seri e competenti, di poter rispondere alle esigenze dei cittadini». Messaggio chiaro alla Regione, con una radiografia dettagliata dei nodi che ostacolano la sanità marchigiana. «Sono principalmente due i motivi che spingono i cittadini a rivolgersi altrove per farsi curare. Il primo è la scarsità di risorse economiche e di personale che coinvolgono tutti reparti di degenza chirurgici degli ospedali pubblici. Senza sedute operatorie non possiamo rispondere alle necessità dei cittadini». 

Ospedali pubblici oberati

Gli ospedali pubblici, scrivono i primari, «sono oberati di pazienti traumatizzati e non hanno lo spazio necessario, posti letto e sale operatorie, per poter ridurre i tempi di attesa di pazienti che attendono da mesi un intervento di protesi dell’anca e del ginocchio». E poi c’è la sanità convenzionata. «Professionisti, marchigiani e non, sono liberi di visitare nella nostra regione pazienti con patologie elettive ortopediche per poi “trasportarli” per l’esecuzione dell’intervento nelle tante case di cure Romagnole, semplicemente perché guadagnano di più e non certo perché non potrebbero eseguirlo nelle Marche. E poi ci viene chiesto di ridurre la mobilità passiva? Siamo realmente poco attrattivi?». Le firme in calce dei primari Agostinelli (Senigallia), Aucone (Fabriano), Battiato (Ascoli), Belletti (Civitanova), Di Matteo (San Benedetto), Lamponi (Fermo), Memè (Pesaro), Pascarella (Aoudm Ancona), Pasotti (Camerino), Pirchio (Urbino), Politano (Jesi), Procaccini (Macerata) e del professor Gigante (Aoudm Ancona).

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