I marziani del Pd si svegliano: «La fine del modello Marche»

Dopo giorni di silenzio, i vertici dem sparano sul governo regionale

I marziani del Pd si svegliano: «La fine del modello Marche» (Nella foto: la segretaria regionale Pd Chantal Bomprezzi)
I marziani del Pd si svegliano: «La fine del modello Marche» (Nella foto: la segretaria regionale Pd Chantal Bomprezzi)
di Martina Marinangeli
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Giovedì 5 Ottobre 2023, 04:50 - Ultimo aggiornamento: 15:18

ANCONA - C’è ancora vita su Marte. Dopo giorni di ingiustificato silenzio, il principale partito di opposizione si desta finalmente dal torpore e ieri i vertici dem hanno convenuto che fosse il caso di dire qualcosa sulla più grave crisi di governo che le Marche abbiano visto. Come noto, parliamo del primo governo di centrodestra nella regione. Sarebbe cioè stato scontato (ma di scontato nel Pd non c’è più nulla) mirare ad alzo zero sull’avversario politico. Tra le doti del partito però non c’è la tempestività, è noto. Ad onor del vero, una prima reazione era arrivata con una nota della consigliera regionale Manuela Bora lunedì. Poi nell’aula del Consiglio regionale, il capogruppo Maurizio Mangialardi aveva parlato di «situazione insostenibile», tra rimpasti tentati e cambi di casacca. 


Voci fuori dal coro


Uscite sporadiche ed estemporanee, briciole di energia dispensate per pochi intimi.

Ieri, invece, si è levata compatta la voce del partito, da Roma ad Ancona. Ad aprire le danze è stato un comunicato congiunto della segretaria regionale Chantal Bomprezzi e del capogruppo Mangialardi (eccezionalmente in sintonia): «Comunque si chiuda questa surreale crisi del governo regionale - scrivono i due - è chiaro che le fratture venutesi a creare all’interno del centrodestra segnano l’irreversibile fallimento del cosiddetto modello Marche». E ancora: «Al di là del solito e negativo condizionamento esercitato dai giochi di potere romani sulla vita dei marchigiani, questo fallimento investe drammaticamente la governance dei due principali ambiti di intervento regionale: lo sviluppo economico e la sanità».


L’inizio di tutto


Perché tutto è cominciato proprio con i malumori della Lega in materia di sanità, ma ha finito per investire altri settori, mandando in fibrillazione pure le associazioni di categoria. «Non c’è dubbio - proseguono i dem - che nella richiesta di dimissioni avanzata dalla Lega al suo assessore Saltamartini ci sia la consapevolezza degli errori accumulati dal 2020 a oggi e la fondata paura in un crollo di consenso che inevitabilmente travolgerebbe il partito di Salvini». Gli echi del caos politico che è esploso nelle Marche hanno raggiunto anche le orecchie dei deputati del Pd che forse, essendo a Roma, sono tarati su un fuso orario diverso. Altrimenti, sarebbe stato fin troppo semplice chiedere al Governo lumi sulla situazione instabile del modello Marche. 


Cronache dal Parlamento


«Il valzer delle porte girevoli, messo in scena dalla giunta regionale - tuona l’onorevole Augusto Curti - dimostra la totale lontananza dell’esecutivo dai problemi dei marchigiani. Si tratta, purtroppo, di uno spartito che stona drammaticamente rispetto alla contingenza attraversata dalla nostra regione, alle prese tra l’altro con la drammatica crisi dell’artigianato». Fanno eco le parole della deputata Irene Manzi: «Mentre i cittadini e le imprese marchigiane fanno ancora i conti con i danni causati dal terremoto e dall’alluvione e cercano faticosamente di rialzarsi, mentre associazioni di categoria e sindacati chiedono interventi a sostegno di una regione in drammatico deficit di crescita, le forze politiche che governano la Regione sono troppo occupate nell’ennesimo risiko di cariche dopo un anno di giochi politici. Uno spettacolo imbarazzante». Sì, c’è ancora vita su Marte.

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