Fine vita, la battaglia partita dalle Marche ha già diviso l’Italia. Il Papa: «Derive inaccettabili»

Marco Cappato con Filomena Gallo legale di Mario
Marco Cappato con Filomena Gallo legale di Mario
di Maria Teresa Bianciardi
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Domenica 13 Febbraio 2022, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 19:32

ANCONA - La svolta sul caso Mario - che ha avuto il definitivo via libera per accedere al suicidio assistito - arriva in un momento delicato per tutto il discorso sul fine vita a livello nazionale e dalle Marche a Roma si affilano i coltelli su un tema talmente delicato da indurre persino il Parlamento a glissare evitando il dibattito. Adesso però non si può più: il vaso è scoperchiato e al di là delle singole posizioni sarà impossibile svicolare sul confronto. 


Tanto che poche ore prima che il Corriere Adriatico pubblicasse in anteprima l’esito della relazione degli esperti Asur su Mario, è arrivato il monito di Papa Francesco che ha messo in guardia da «derive inaccettabili che portano a uccidere.

Dobbiamo accompagnare alla morte, ma non provocare la morte o aiutare qualsiasi forma di suicidio. La vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata». Parole pronunciate all’udienza generale, mentre martedì la Corte Costituzionale deciderà sul futuro di otto quesiti referendari e uno di questi riguarda proprio l’abrogazione parzialmente la norma penale che impedisce l’introduzione dell’Eutanasia legale in Italia consentendola solamente nei casi in cui vi sia il consenso informato. 


Mario, dalla camera da letto che è diventata il suo mondo ormai da dieci anni, sta seguendo il dibattito e nel frattempo organizza il momento in cui dirà addio ai suoi cari dopo una battaglia legale durata 18 mesi, che consentirà anche ad un altro marchigiano tetraplegico - Antonio - di accedere al suicidio assistito accorciando i tempi e le tappe. Il giurista Alberto Gambino, presidente nazionale dell’associazione Scienza & Vita, commentando il caso marchigiano, ha detto che «siamo davanti a un tema di portata enorme». Infatti «non c’è dubbio che se un Sistema sanitario, anziché verificare la bontà di un medicinale curativo, va a testare la validità di un farmaco che uccide oggettivamente è una rivoluzione». Si riferisce al Gruppo tecnico multidisciplinare dell’Asur che nella sua relazione ha ritenuto il Tiopentone Sodico «idoneo a garantire una morte rapida e indolore» a Mario. Non meno aspro il dibattito sul quesito referendario e sulla dichiarazione del presidente della Corte Costituzionale, Giuliano Amato: «È banale dirlo ma i referendum sono una cosa molto seria e perciò bisogna evitare di cercare ad ogni costo il pelo nell’uovo per buttarli nel cestino». 


Parole che hanno scatenato la forte reazione di Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia: «Amato è chiamato il dottor Sottile non per caso. Sa bene che il referendum Cappato va rigettato perché è palesemente viziato, la precedente giurisprudenza della Corte Costituzionale non gli lascia scampo». Due anelli della stessa catena, la vicenda del marchigiano tetraplegico e il referendum, i cui esiti si sapranno a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro. Lo ricorda arco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni: « Sul fine vita, dopo 15 anni di battaglie, ormai l’opinione pubblica c’è. Quello che manca è il ceto politico, o una parte del ceto dirigente, che si ostina a non rendersi conto di una realtà sociale che va ascoltata e regolamentata. Le voci che si rincorrono sulla bocciatura di una parte dei referendum, in particolare eutanasia e cannabis, ritengo che siano molto preoccupanti non tanto per la battaglia in sé ma per la stessa democrazia e le istituzioni nel nostro Paese». 

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