Le Bcc con Acquaroli: «Banca del territorio? Eccoci, siamo pronti»

Il credito cooperativo raccoglie il testimone esibito dal governatore I presidenti: «Istituti di relazione fiduciari delle piccole imprese»

Le Bcc con Acquaroli: «Banca del territorio? Eccoci, siamo pronti»
Le Bcc con Acquaroli: «Banca del territorio? Eccoci, siamo pronti»
di Maria Cristina Benedetti
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Domenica 3 Marzo 2024, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 22:51

ANCONA - Fa leva sulla doppia anima delle Bcc, Camillo Catana. Da revisore dei conti, e candidato presidente del Credito cooperativo di Ancona-Falconara, definisce lo schema: «Siamo l’ultima banca del territorio». Getta sul tavolo verde dell’economia regionale l’atout: «Siamo piccoli, ma essendo confluiti in Iccrea, che riunisce 120 realtà come la nostra, siamo il quarto gruppo d’Italia». Mescola la sensibilità della prossimità con la capacità di reazione dei mega-scenari. «La nostra prima attenzione è rivolta all’habitat locale, tuttavia siamo in grado di esprimere una forza assimilabile a un grande istituto».

È pronto a raccogliere il testimone, indotto da una dichiarazione del governatore Francesco Acquaroli: «Siamo orfani di Banca Marche».

Il punto ideale per alzare l’asticella delle garanzie: «Abbiamo l’obbligo di reinvestire gli impieghi della raccolta nei luoghi d’insediamento». Una democraticità che non esclude il reciproco supporto tra consorelle. «Se una Bcc dovesse fallire, a differenza di altri istituti, il risparmiatore non perderebbe nulla, il suo capitale verrebbe tutelato dalla nostra rete». 


La metamorfosi 


Arriva alla sostanza, Catana, e adatta ai tempi la frase del presidente di Palazzo Raffaello: «I cambiamenti normativi avvengono con una velocità esponenziale, c’è bisogno di tempo per metabolizzarli». Intercetta quest’epoca di transizione: «Per ottenere il credito non sono più solo numeri. Clima, ambiente, rischio inflazione e quello bellico, oggi tutto fa parametro, da rispettare». Un concetto su cui plasma il suo messaggio: «Le Bcc, insieme ai commercialisti, di cui sono al vertice dell’Ordine, e le associazioni di categoria possono accompagnare le piccole imprese nella metamorfosi. Siamo i fiduciari». Dalle tante anime.
Sul potere della sintesi punta Claudio Censori. Per il vicepresidente vicario della Banca del Piceno credito cooperativo il refrain è identico: «Abbiamo il vantaggio d’essere radicati nelle zone in cui si opera e, nel contempo, siamo in grado di offrire servizi e tecnologie da colossi nazionali». Il vanto ha il fragore d’un bis: «Abbiamo compiuto un percorso di crescita con Iccrea: prima era a nostro servizio, ora è il nostro denominatore comune». Adatta il teorema dell’ambivalenza alle esigenze del credito: «Le norme sono cambiate, ma questo non compromette il rapporto diretto con i nostri clienti, che possiamo consigliare, indirizzare, oltre la freddezza dei numeri, metterli nelle condizioni di rispettare i criteri di valutazione». Non ha dubbi sulla formula: «Capillare come vuole la tradizione, grande come pretendono gli scenari futuri. Noi riempiamo lo spazio di banca locale». 


La relazione 


È perentoria, Paola Petrini. La presidente della Bcc di Ostra e Morro D’Alba rilancia: «Siamo noi. Le grandi chiudono sportelli, sono sempre più digitalizzate, noi restiamo un istituto di relazione». Un asso che spende sul fronte del credito. «Il nostro modo immediato di compararci aiuta le piccole imprese, che non sono fonte di interesse per le grandi realtà». Innalza le sponde: «Restiamo ancorati qui, con una forte capitalizzazione, perché siamo obbligati a destinare il 70% a riserva. Non dobbiamo distribuire utili. Siamo solidi e vigilati dalla Bce, poiché classificati come significant bank». Pensa in grande. 
Geocalizza l’impegno, Fausto Caldari. «RivieraBanca nasce dalla fusione di Gradara e Rimini, opera in tre province e due regioni». Da qui in poi il presidente procede per gradi. Punto primo: «Siamo di comunità, investiamo sul territorio tutto ciò che raccogliamo, contribuendo alla sua crescita». Secondo: «In un periodo di chiusura di filiali, abbiamo continuato a mantenere la nostra presenza». Terzo: «Cerchiamo il confronto con soci e clienti. Presidiamo». Quarto: «Operando sul posto, possiamo ricavare le motivazioni necessarie a sostenere le attività, conoscendone i valori aziendali e umani che per noi sono importanti, al di là dei parametri operativi». 


Le cifre 


Dilata il campo d’azione, Romualdo Rondina. Il presidente della Bcc di Fano si definisce local per eccellenza: «Siamo tra le più importanti. Gli impieghi? Sono una attività preziosa per difendere e sostenere la nostra terra, siamo la banca dei soci, ne contiamo 10mila, che sono anche nostri clienti. Il risultato? È fondamentale perché ci permette di capitalizzare, ma ribadisco siamo innanzitutto dei nostri soci». Assicura: «Continueremo a esserlo».

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