ANCONA - L’artigianato rallenta la sua crescita, ma le piccole imprese con dipendenti resistono (soprattutto quelle più radicate nei mercati locali) e i loro titolari continuano a fare investimenti. È quanto emerge dalla rilevazione semestrale dell’Osservatorio dell’Ebam, Ente Bilaterale Artigianato Marche, che ha esaminato le dinamiche della prima metà del 2023 e stilato le previsioni per il secondo semestre. La congiuntura gennaio-giugno 2023 conferma l’ulteriore rallentamento della ripresa, mentre la dinamica tendenziale registra una lieve prevalenza dei casi di diminuzione dell’attività rispetto a quelli di aumento. Va bene soprattutto il tessile-abbigliamento, mentre la frenata riguarda soprattutto la ristorazione.
La buona volontà
«La ripresa - commenta Riccardo Battisti, Presidente di Ebam - riguarda però le imprese artigiane più strutturate e orientata ai mercati locali e non tutti i settori di attività. La tenuta nella diffusione degli investimenti, anche in alcuni dei settori in difficoltà e la crescita ulteriore degli organici in quasi tutti i settori, testimoniano la volontà di buona parte delle imprese artigiane con dipendenti di resistere alla crescente complessità dei fenomeni».
I dati evidenziano che la congiuntura è meno positiva rispetto al semestre precedente e la quota di imprese che incrementa l’attività (22,4% dei casi) supera di poco quella delle imprese che la registrano in calo (21,2%).
Congiuntura decisamente favorevole per il tessile abbigliamento (31,4% la quota di imprese con attività in crescita), per la meccanica e per l’aggregato delle produzioni non distrettuali. Per alimentari e per legno mobile le imprese con attività in diminuzione sono più di quelle in crescita. Per calzature e pelletterie, invece, si configura una forte polarizzazione della situazione congiunturale del settore tra casi di tenuta e casi di difficoltà.
Nei servizi, la congiuntura è positiva per due settori sui cinque considerati: per le riparazioni veicoli (27,9% in crescita contro 4,7% in calo) e per i servizi alle imprese ( 21,3% contro 14,9%). In diffusa difficoltà risultano le imprese artigiane della ristorazione dove il 44,4% delle imprese registra attività in calo, come anche i trasporti e i servizi alla persona.
Oltre i dieci addetti
Oltre la soglia dei dieci addetti la congiuntura si conferma decisamente positiva, ma a gradi maggiori di apertura del mercato non corrisponde una congiuntura più favorevole, che riguarda invece più i mercati locali. «La dinamica tendenziale - spiega un comunicato di Ebam - registra una lieve prevalenza dei casi di diminuzione dell’attività rispetto a quelli di aumento e ciò per effetto della componente dei servizi dove le imprese in crescita produttiva tendenziale sono solo il 18,1% contro il 26,35 di quelle con una diminuzione».