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Cosa succede adesso
L’ordinanza è maturata nella tarda serata di ieri, dopo un confronto serrato tra Anci e Regione, assieme al direttore dell’Ars Lucia Di Furia che ha spiegato l’evoluzione dei contagi nel territorio anconetano.
Le limitazioni
Chiudono anche i musei e le mostre, mentre restano aperte le scuole di ogni ordine e grado, senza contare ovviamente le classi in quarantena che proseguiranno le lezioni in Dad e gli istituti superiori in presenza al 50%. Il sindaco di Osimo, Simone Pugnaloni, subito dopo l’incontro ha commentato su Facebook: «La curva epidemiologica cresce in Provincia, occorre mantenere alta l’attenzione. Posizione unitaria per contrastare il Covid 19 nella Provincia di Ancona. Altro tema affrontato è quello della scuola, individuando linee guida per eventuali chiusure mirate da parte dei sindaci per limitare la circolazione virus quando necessario. Felice dell’unità tra Anci e Regione Marche, gran bel lavoro di squadra contro il virus». Alla videoconferenza era presente anche il sindaco di Jesi, Massimo Bacci, che sabato aveva annunciato la decisione di mettere la città federiciana in zona arancione: uno spartiacque importante che ha indotto anche gli altri Comuni a seguire la stessa strada d’intesa con la Regione. «Ho condiviso la scelta del governatore che avevo in parte anticipato - ha detto Bacci - e sono convinto che si vada nella direzione corretta. Per me la zona arancione, combinata alle limitazioni degli spostamenti tra Comuni se non per comprovate necessità, darà risultati positivi nel breve periodo. Mi sento anche un po’ sollevato perché sostenere da solo il peso di decisioni importanti era dura». Il governatore Acquaroli ha anche sentito il ministro Speranza per metterlo al corrente della situazione in evoluzione e da Roma è arrivata la notizia che probabilmente nel prossimo Dpcm saranno previsti i ristori anche per le zone arancioni.
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