Modello Genova per la Fano-Grosseto: ecco tutte le opere delle Marche sbloccate da Conte

Modello Genova per la Fano-Grosseto: ecco tutte le opere delle Marche sbloccate da Conte
Modello Genova per la Fano-Grosseto: ecco tutte le opere delle Marche sbloccate da Conte
di Francesco Romi
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Mercoledì 8 Luglio 2020, 09:21

ANCONA - Non è certo che dal piano #Italiaveloce varato ieri dal governo, con la clausola non secondaria delle ‘salvo intese’, e che il parlamento dovrà convertire in legge, uscirà una regione più equa, più veloce e “a meno di un’ora da una stazione di alta velocità”, ma certamente c’è un programma messo nero su bianco. 



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Un programma che mette le Marche in condizione di guardare con un minimo di fiducia a quello che potrà accadere, nei prossimi anni, sul fronte del potenziamento infrastrutturale soprattutto lungo l’asse est-ovest, che è quello che attraversa l’Appennino e avvicina la nostra regione alla Toscana e, soprattutto, a Roma e molto meno lungo l’asse nord-sud, che porta alle locomotive del Paese (Lombardia, Piemonte e Veneto), che hanno nelle aziende marchigiane i loro fornitori principali. Un taglio alle utopie. A prima vista non è il libro dei sogni, perché la possibilità di arretrare la ferrovia per costruire una linea ad alta velocità lungo la dorsale Adriatica resta una “ammuina politica” considerati i costi effettivi per realizzarla; la terza corsia dell’autostrada A14 da Porto Sant’Elpidio verso Bari è in mano alle scelte del governo sul concessionario; la ‘Fano-Grosseto’ sarà a due corsie nel tratto Pesarese, rispettando la volontà delle comunità ma rischiando di completare una strada che quando nascerà vecchia rispetto alle rinnovate esigenze dell’economia manifatturiera e turistica della nostra regione. Tutto questo senza contare due variabili di estrema importanza. 
 
Il costo complessivo
Il costo complessivo per tutti gli interventi previsti dal Piano arriva a 196,7 miliardi, ma rispetto alle risorse assegnate mancano 65,4 miliardi. Praticamente un terzo: significa nuovo debito o rinunciare a qualche progetto? E, se così fosse, a quale? E poi c’è il tema, cronico, dei tempi ancora tutti da identificare anche se il “modello Genova” è la pratica invocata praticamente da tutti, nonostante la duplicazione delle poltrone di commissario a sovrintendere i lavori. Dentro il calderone Perché tra le priorità del Piano, al capitolo “direttrici ferroviarie” c’è effettivamente la “Orte-Falconara”, ma si tratta di un adeguamento e lo status attuale è quello di “in progettazione di fattibilità” perché ancora privo di un disegno completo, mentre è prevista la velocizzazione della “Bologna-Lecce”, che dovrebbe avvicinare le Marche a Milano di una quindicina di minuti. Tra le strade sono previste la “Fano-Grosseto” con un commissario ad hoc, con il completamento di ben 8 lotti e la variante di Urbania, le opere integrative a completamento dell’itinerario della Quadrilatero, il collegamento tra Falconara e il quartiere Baraccola di Ancona, il ripristino e la messa in sicurezza delle strade a rischio sismico dell’area del cratere (meno del minimo indispensabile per quell’area, ndr.). 
C’è anche la ciclovia
Il governo, inoltre, conferma l’impegno per la realizzazione della ciclovia adriatica, che da Trieste, attraversa anche la nostra regione, per esaurirsi nel Gargano e non più nel Salento, mantiene ad Ancona l’Autorità di sistema portuale ma è generico sul completamento dell’uscita dal porto e mette l’aeroporto di Falconara tra le 22 strutture di secondo livello (nell’elenco c’è Rimini, ma non Forlì, ndr.). Tanto basta per vedere il bicchiere mezzo pieno, anche perché il governo ha stimato che la realizzazione di questi progetti e l’integrazione tra loro, possa comportare anche per chi sta nelle Marche una variazione dei tempi di viaggio tra il 20 e il 40%. Squilla il cellulare Ieri pomeriggio, dopo la conferenza stampa del presidente Conte, la ministra De Micheli ha chiamato Ceriscioli con la promessa che oggi gli manderà una mail con l’elenco completo delle infrastrutture inserite nel Piano e che interessano le Marche.
Un segnale di trasparenza
Un segnale di trasparenza, ma anche la volontà di volersi prendere un impegno preciso.

Nel frattempo, Alessia Morani, sottosegretaria Pd al Mise, è stata la prima a esultare anche perché da Roma raccontano che abbia fatto un pressing al ministero delle Infrastrutture al limite dello stalking. «Finalmente – sottolinea con un twitter - grazie al lavoro del governo, del Ministero delle Infrastrutture e all’impegno del Pd sarà possibile velocizzare e portare a termine l’ammodernamento del sistema infrastrutturale della Regione, venendo incontro alle necessità dei cittadini e supportando lo sviluppo economico di tutta l’area. Sono opere che avvicineranno le Marche all’Europa e permetteranno un salto in avanti di tutta la regione. L’Italia e le Marche ripartono veloci!».

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